Quando gli spiriti della natura si ribellano, ecco che l’uomo incomincia a patire tutto quello che lui ha inflitto ad essa.
…continua “La vendetta delle fate II parte”
I Stone, inoltre, avevano un’unico figlio, un bel ragazzo forte come un giovane puledro ed altrettanto pieno di vita e gioia, ma qualche giorno dopo la seconda visita della vecchietta, egli incominciò a divenire strano e capriccioso, il suo sonno era disturbato perché diceva che le Fate venivano di notte intorno a lui per pizzicarlo e picchiarlo ed alcune sedevano sul suo petto così che lui non riusciva a respirare ne a muoversi. Gli dissero che tutto questo sarebbe finito solo se ogni notte avrebbe lasciato un dolce grigliato ed una ciotola di latte per loro, cosicché la mamma, seppur non credendoci, per far star calmo il suo piccolo, fece come le avevano detto, e lasciò le cose sul tavolo accanto al letto del piccolo, ed ogni mattino puntualmente il delizioso cibo era sparito.
Ma il bambino con il passar del tempo continuava a languire ed i suoi occhi acquistarono uno strano sguardo selvaggio, come se non vedesse nulla intorno o accanto a lui, ed i suoi occhi erano vuoti e distanti; e quando gli venne chiesto cosa lo affliggeva egli disse che le Fate lo portavano via ogni notte sui colli, dove danzava e danzava con loro fino al mattino, poi lo riportavano a casa e lo rimettevano a letto.
Il contadino e sua moglie ormai erano impazziti dalla disperazione e dal dolore nel vedere il figlio così mal conciato e non poter far nulla, ed erano disposti a fare di tutto perché tutto tornasse alla normalità; egli, però, non credevano ne alle fate, ne a esseri spirituali e tutto associavano ad una malattia. Ma una notte, il figlio gridò talmente forte da far tremare le mura, la madre corse al capezzale del figlio, egli aveva lo sguardo folle e terrorizzato ed implorava di chiamare il prete per far andare via le fate che lo stavano uccidendo.