Oggi parleremo di Vampiri, partendo dall’inizio, dalla derivazione del termine stesso, l’etimologia del nome.
Il termine Vampiro s’identifica in una persona defunta, una delle creature simbolo del male, che agiscono nella notte. L’origine di questo nome è molto antica e è presente nella cultura di ogni popolo.
Nell’antica Babilonia già erano presenti delle tavolette con sui scritte delle formule tese a proteggere dai demoni succhiatori di sangue (Etimmé), la tavoletta è sita al British Museum.
Per gli ebraici i vampiri erano gli Aluka (succhiatori di sangue) che assalivano le persone nel deserto. Nella tradizione ebrea, Lilith era un demone assiro, la prima moglie di Adamo, un demone Succube, la variante femminile degli Incubus, una donna che prosciuga gli uomini di ogni forza.
Altri demoni simili sono le Lilin che succhiano il sangue dei bambini mentre dormono.
Secondo altre teorie, la parola vampiro deriva da una pergamena russa del 1047, in cui veniva chiamato Upir Lichvj, cioè vampiro maligno, un essere che si nutriva di sangue e carne umana.
Ecco alcuni termini derivanti da Upir:
Upierczi: originari della Polonia, al posto dei denti canini hanno un pungiglione sotto la lingua, vivono tra mezzogiorno e mezzanotte e possono morire solamente a causa del fuoco con il quale scoppiano portando in aria centinaia di insetti, ratti e vermi.
Upier: Vampiro polacco vive tra mezzogiorno e mezzanotte, ha una lingua che punge che viene utilizzata per bere sangue, che ama talmente tanto da dormirci immerso.
Upir: Ucraino, affamato di pesce
Upyr: russo attacca i bambini e poi i genitori.