Erano le prime ore del mattino sopra Topeka, Kansas, il 17 luglio del 1957 e un Boing RB-47 dell’aueronautica militare americana era in volo per un’esercitazione. A bordo c’erano sei ufficiali e l’aereo aveva in dotazione apparecchiature di ricerca.
Viaggiavano ad un’altezza di 11.000 metri in un cieli quasi del tutto sereno. Ad un certo punto il velivolo invertì la rotta e attraversò la fascia costiera nei pressi di Gulfport, in Mississipi.
Fu da quel momento che incominciarono ad accadere strani “fenomeni”. L’operatore al radar del bombardiere vide un punto luminoso sullo schermo che pareva indicasse un oggetto in avvicinamento.
Il segnale salì di quota ed era come se compisse continui cerchi attorno al velivolo dell’aeronautica. Si spaventarono quando l’oggetto assunse una rotta di collisione a velocità molto elevata.
Il pilota in seguitò raccontò che l’oggetto era enorme proveniva da sinistra. La luce che emetteva lo accecò poi cambiò direzione e sparì. I segnali che emetteva però rimasero sulle apparecchiature elettroniche per parecchio tempo.
Circa una mezzora dopo ebbero di nuovo altri segnali sugli strumenti di bordo provenienti sempre dalla stessa direzione e ottennero l’autorizzazione dai controllori di terra di partire all’inseguimento.
Aumentarono la velocità fino a raggiungere quai i 900 Km orari. Ci fu un rapido inseguimento nei cieli, nel quale l’oggetto si fermava di colpo e l’aereo lo superava non riuscendo a fare lo stesso. Durò all’incirca un’ora poi l’ufo scomparve e così i segnali dalle strumentazioni di bordo.
Il direttore del controspionaggio confermò che i segnali proveniva dall’oggetto e che su questo non c’erano dubbi. I fatti riportati dal pilota del Boing e dal suo secondo erano stati comprovati, ma si trattatava di capire di quale oggetto si trattasse.
I due non avevano dubbi, ma l’aeronautica militare cercò di raffreddare gli entusiasmi dando delle risposte che spiegavano il fenomeno in termini del tutto “naturali” sostenendo si fosse trattato di un aereo di linea.