Era il 1907 e Frederic L. Thompson cominciò a dubitare della propria salute mentale. Improvvisamente sentiva l’impulso a dipingere e questo per lui divenne una vera e propria ossessione. Era tormentato da allucinazioni che stavano velocemente rovinando la sua attività di orafo.
Thompson lavorava a New York e si confidò con un amico gli consigiò di rivolgersi a James H. Hyslop, ex docente di logica alla Columbia University e anche direttore della American Society for Psychical Research (ASPR).
Durante il loro primo incontro l’orafo raccontò che circa un anno e mezzo prima era stato colto dall’improvviso impulso a dipingere ad olio e a disegnare. Fino a quel momento non si era mai interessato all’arte e alla pittura e al disegno.
Thompson si sentivo “costretto” a disegnare e non sentiva nemmeno di scegliere i soggetti dei suoi quadri e confessò di sentirsi preda di Robert Swain Gifford, un paesaggista piuttosto famoso. L’orafo sosteneva di averlo incontrato in passato, ma di non conoscerne le opere.
L’ìestate prima si era recato a vedere una mostra di quadri dell’artista e lì aveva appreso che il pittore era morto. Era stato praticamente in concomitanza al decesso di Gifford che l’orafo aveva iniziato a sentire l’impulso a dipingere.
Nel momento in cui Thompson aveva scoperto della morte del pittore aveva anche sentito una voce che gli aveva detto che avrebbe dovuto portare avanti la sua opera, era stato da quel momento che l’orafo aveva avuto allucinazioni visive e anche acustiche. Spesso, mentre era nel suo negozio, finiva in trance e al risveglio si accorgeva d’aver dipinto quadri di cui non ricorcava assolutamente nulla.
Con il passare dei mesi, a forza di praticare, Thompson migliorò la propria tecnica e riuscì anche a vendere quadri che furono ritenuti di Gifford. Sulle prime Hyslop pensò che fosse pazzo, ma poi avanzò l’ipotesi che fosse un caso di possessione. Il corpo di Thompson era “posseduto“, o se vogliamo “abitato”, oltre che dalo spirito di Thompson stesso, da quello di Gifford. (continua)
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