Per molti i teru bozu sono solo delle bamboline che si vedono riprodotte nei manga e nei cartoni animati giapponesi. In realtà questi sono dei veri e propri talismani della tradizione nipponica che i contadini appendevano alla finestra al fine di scongiurare forti raffiche di pioggia e le inondazioni dei propri campi.
Cosa è un teru bozu
Per capire meglio il perché dell’esistenza di queste bamboline basta pensare al nome delle stesse e tradurlo: il verbo teru infatti, in giapponese, significa risplendere mentre la parola bozu è utilizzata per indicare un un monaco buddista. Nei campi ovviamente questo amuleto difficilmente viene usato con lo stesso spirito con il quale lo si faceva nell’antichità ma ancora oggi i bambini giapponesi danno vita al rito del teru bozu per scongiurare il brutto tempo, soprattutto in concomitanza di una gita scolastica o alti eventi che li vedono coinvolti in prima persona e per i quali auspicano che vi sia il sole.
Leggenda vuole che grazie alla sua magia il teru bozu sia in grado di spaventare Amefushi, lo spirito della pioggia, che i bambini vogliono scacciare perché impedisce loro di giocare all’aperto. La cosa divertente è che i piccoli non sanno che Amefushi in realtà è buono e vorrebbe giocare con loro, per questo lo allontanano e lui tenta di fare loro i dispetti.
Come costruire un teru bozu
Costruire un teru bozu non è difficile: si può creare una palla di carta delle dimensioni di una da tennis avvolta nel domopack o prenderne direttamente una da tennis per non faticare troppo e ricoprirla con un tessuto di colore bianco. in alternativa si può usare un fazzoletto o un foglio di carta di circa 30-40 cm di lato. La copertura deve essere poi fissata facendo un nodo sotto la palla usando un nastro, un elastico o un pezzo di spago, facendo assomigliare il tutto a un piccolo fantasma.
Con un pennarello si possono poi disegnare gli occhi, il naso e la bocca ispirandosi proprio a quei teru bozu che si possono notare nei cartoni animati e una volta finiti si possono appendere alla finestra. Una delle filastrocche legate alla tradizione suona tradotta più o meno così:
Teru Teru Bozu, Teru Bozu, portami il sole domani
Se il cielo sarà sereno come lo sogno ti regalerò un campanello doratoTeru Teru Bozu, Teru Bozu, portami il sole domani
Se ascolterai le mie preghiere ti donerò del sakè dolceTeru Teru Bozu, Teru Bozu portami il sole domani
Se sarà nuvoloso ti staccherò la testa!