Della teoria della terra cava si parla troppo poco. Nonostante anche opere come “Viaggio al centro della terra” di Giulio Verne ci diano modo di chiamare in causa questo mito così particolare.
La teoria della terra cava sostenuta da molti
Una delle prime volte nelle quali la teoria della terra cava venne prepotentemente resa pubblica fu attorno al 1846, quando in Siberia venne ritrovato un mammut, lanoso, avvolto nel ghiaccio. Era così ben conservato che all’interno del suo stomaco vennero trovate anche tracce dell’ultima cosa che aveva mangiato.
Furono molti gli studiosi che commentarono e si interrogarono sul l’avvenimento. In particolare Marshall Gardner nel 1913 scrisse un libro intero sul ritrovamento, sostenendo che i rami e le pigne provenissero da un ambiente sotterraneo praticamente uguale a quello terrestre.
Dobbiamo sottolineare che non fu il primo a sostenere quella che noi oggi conosciamo come teoria della terra cava. Si parla di qualcosa che affonda le sue origini nell’antichità e che spesso è stato ripreso da diversi scrittori e autori nel tempo. Ovviamente oggi, grazie alla scienza e alle scoperte avvicendatesi negli anni, possiamo sostenere senza problemi che si tratti di qualcosa di impossibile.
Ma per molto tempo si è trattata di una possibilità realmente presa in considerazione. Per lo più dal 1600 agli inizi del 1900. A tal punto che diversi studiosi decisero di organizzare spedizioni apposite per verificare le proprie idee.
Con il senno del poi è possibile sostenere che la teoria della terra cava non è altro che un modo dell’essere umano di spiegarsi qualcosa impossibile da provare con gli strumenti del tempo.
Le implicazioni moderne di questo pensiero
Detto ciò è interessante riflettere sulle implicazioni che questa teoria della terra cava ha avuto negli anni in cui andava per la maggiore. Il presidente degli Stati Uniti Adams, nel 1823, arrivò addirittura a prendere in considerazione l’idea di sostenere una spedizione in tal senso.
Di certo la potenziale esistenza di un mondo sotterraneo poteva giustificare tanti piccoli particolari impossibili da comprendere. Per quanto in uno stato di avanzamento, la scienza non era come quella attuale. Non era possibile ancora trivellare tanto quanto facciamo noi attualmente, avendo riprova di sedimentazioni e stratificazioni.
Ci fu addirittura qualcuno che teorizzò l’esistenza di superuomini sopravvissuti a cataclismi di stampo mitologico. La realtà scientifica è senza dubbio meno interessante e divertente della teoria della terra cava.
La quale nel ventesimo secolo, dagli anni ’60 in poi, è stata base per cercare di spiegare la potenziale esistenza di ufo e alieni. Piccola curiosità: per un Gardner che all’inizio del XX secolo sosteneva questa idea, ve ne è stato uno negli anni ’90 che, specializzato in debunking, ha cercato di sottolinearne l’impossibilità.