La vera storia di Dracula, principe di Valacchia – parte II

La storia di Dracula, grazie soprattutto alla stampa, che andava diffondendosi, i racconti delle terribili azioni del sovrano vennero raccontate mentre era ancora in vita, ma soprattutto appena dopo la sua morte. Era il soggetto preferito di opuscoli e libelli che circolavano tra le classi colte.

Uno soprattutto può essere ritenuto il capostipite di una certa narrativa dell’orrore. Si intitolava “La storia sconvolgente di un MOSTRO e di un FORSENNATO chiamato Dracula, che commise azioni barbare come uccidere gli uomini infilzandoli su pali, facendoli a pezzi come cavoli, cuocendo vivi madri e figli e costringendo uomi al cannibalismo”.

Il pubblico sembrava gradire i macabri racconti, tanto che le tirature erano alte. Si potrebbe persino ritenere Dracula la prima celebrità internazionale creata dai “mass media”, ma nonostante i suoi misfatti Vlad rimane nella tradizione rumena come un eroe  per aver respinto gli invasori.

I servi del Diavolo e la peste, superstizioni dell’antichità

Nel 1400 ci fu in Europa un’improvvisa epidemia di peste e le persone erano convinte che la colpa di questo fosse da attribuire ad un Vampiro. In tempi assai remoti era nata la leggenda che i vampiri fossero accompagnati da una gran puzza che presagiva la morte, o la malattia. Nel 1196 William di Newburgh, un cronista ed ecclesiastico inglese scrisse che “l’aria divenne immonda e corrotta mentre vagava quel corpo fetido e pervertito, così che scoppiò una terrbile peste”.

Le sue parole avrebbero dovuto spiegare l’epidemia che ebbe fine solo nel momento in cui due uomini risumarono il cadavere di quello che era riteuto un vampiro e lo infilzarono con una vanga per poi bruciarlo. La peste cessò subito dopo questo rito, così raccontarono.  Fu solo alla fine del 1800 che scoprirono i veri motivi delle epidemie di peste.

Nel medioevo, durante la moria umana tantissimi topi morivano, ma le persone erano convinte che contraessero la malattia dagli umini, invece era proprio il contrario. I topi, anche se non erano ritenuti responsabili della malattia, facevano orrore ed erano ritenuti “servi del diavolo” degni compari dei vampiri.

Superstizione, un mondo dentro la Terra – parte II

I greci si chiedevano costantemente cosa vi fosse nel mondo sotterraneo, uno dei loro miti raccontava del vano tentativo di Orfeo di riportare indietro dall’Ade la sua sposa Euridice. Omero immaginò che un giorno sarebbe stato possibile esplorare l’Ade e il filosofo Platone scriveva che nel sottosuolo ci sono gallierie larghe e strette con al centro un dio.

Gli egiziani asserivano che ci fosse un regno infernale sotterraneo e in seguito anche i cristiani ebbero il loro Inferno, descritto anche da Dante nella Divina Commedia. Non essendo la scienza a spiegare certi fenomeni, l’uomo sviluppò la superstizione. Quando poi gli studiosi cominciarono a fare chiarezza molti di questi miti vennero spiegati, ma il mondo sotterraneo non fu mai dimenticato.

Uno dei primi studiosi d occuparsi della Terra fu Edmund Hallet, osservatore che scoprì l’omonima cometa. Compiendo studi sui campi magnetici terrestri scoprì che non ve n’era uno solo e che in ogni caso cambiava nel tempo.

Superstizione, un mondo dentro la Terra – parte I

L’uomo nel lontano passato è vissuto nelle caverne per moltissime generazioni e fin dall’inizio, con le incisioni rupestri, ha esplorato i profondi recessi della Terra e si è interrogato sui suoi misteri.

Un’idea lo ha assillato da sempre l’idea di una vita sotterranea. Come prima cosa c’è da considerare che nelle caverne vivevano gli animali feroci e l’ìuomo, per andare a ripararvici, doveva prima liberarsene. Per questo il buio e le profondità della Terra sono state associate alla morte, a Satana, ai draghi e a tutto ciò che è soprannaturale.

Quando poi la mente cominciò a svilupparsi, insieme alla coscienza, l’uomo cominciò a domandarsi sull’universo e il mondo sotterraneo cominciò ad esercitare un fascino pari quasi a quello provato verso il cielo.

Maria Teresa d’Austria e la superstizione nel suo tempo

Nel XVIII secolo in Europa  centrale regnava l’ignoranza e le persone erano terribilmente superstiziose. Erano tantissime le condizioni e i fatti inspiegabili a cui, per ignoranza, non sapevano dare risposta. In questo panorama si distinse l’arciduchessa d’Austria e regina di Ungheria e Boemia.

Divenne un punto fermo di razionalità. Fu nel gennaio del 1755 che Maria Teresa venne a conoscenza di un fatto: un vampiro nella Moravia scatenava il panico e con l’approvazione del cleso il popolo era riuscito a far riesumare  alcuni corpi per farli decapitare e bruciare.

Era proprio l’ingoranza di quest’ultimo a far dilagare la superstizione e la paura. L’arciduchessa, per capire e spiegare quei fenomeni, si affidò alla cooperazione e consulenza del suo medico, l’enimente scienziato Gerard van Swieten.