Ernest Hemingway, un specie di morte da cui fece ritorno

Hemingway era un famosissimo romanziere americano, la cui arte è apprezzata ancora adesso. Nato nel 1899 partecipò come volontario alla Prima Guerra Mondiale. Sul fronte italiano, a Fossalta di Piave fu colpito dai proiettili mentre cercava di mettere in salvo altri soldati feriti.

Ernest faceva parte del corpo sanitario americano ed erà lì per aiutare gli uomini che avvano bisogno di assistenza. A causa di un problema alla vista era stato escluso dai reparti combattenti.

Quella notte fu ferito molto gravemente alle gambe e in seguito trasportato all’ospedale di Milano per essere operato. Di questa esperienza drammatica Hemingway parlò ad un amico e ne scrisse nel suo romanzo “Addio alle armi”.

Lindbergh e la sua esperienza extracorporea

 Nel 1927 il pilota Charles A. Lindbergh sorvolò l’Atlantico con il suo aereo, lo Spirit of Saint Louis, e mentre lo faceva ebbe una straordinaria esperienza: si staccò dal suo corpo terreno.

Prima che parlasse della sua esperienza passarono però cinquant’anni. “Esitevo indipendentemente dal tempo e dallo spazio“, raccontò “ebbi la sensazione di abbandonare il mio corpo, allo stesso modo in cui mi immagino che uno spirito se ne vada, di diffondermi nella cabina di pilotggio, attraverso la fusoliera, come se la struttura e le pareti dell’aereo non esistessero più. Andavo verso l’alto, verso l’esterno, finché tornai ad avere coscienza di me, ma in modo molto diverso dalla forma umana che avevo lasciato nell’aereo in volo, alla quale rimanevo tuttavia legato mediante un filo sottile e lunghissimo“.

Lindbergh, che pilotava l’aereo ormai da ventidue ore, sapeva che la sua esperienza avrebbe potuto essere attribuita alla stanchezza, ma lui era certo che non fosse quella la causa della sua insolita esperienza.