La storia è piena di persone che hanno saputo predirre fatti del futuro, ma profezie precise e sconvolgenti come quella fatta da Jacques Cazotte durante una cena a Parigi nel 1788 sono rare.
Fu uno dei presenti, Jean-Francois de la Harpe a scriverne qualche tempo dopo un resoconto dettagliato. La serata era stata molto allegra, organizzata a casa di un gentiluomo che usava riunire personaggi di un certo spicco, tra cui anche jacques Cazotte, scrittore famoso autore del racconto “Il diavolo innamorato“.
Avevano parlato di Voltaire, della rivoluzione che credevano sarebbe arrivata presto e avrebbe spazzato via superstizione e fanatismo. Fu proprio mentre parlavano di questa che Cazotte intervenne e disse di essere una specie di profeta in grado di vedere il futuro.
E si lanciò nella descrizione di particolari agghiaccianti che avrebbero riguardato i commensali al tavolo con lui. Tra questi c’era il marchese di Condorcet al quale predisse che sarebbe morto sul pavimento di una cella dopo essersi avvelenato per sfuggire al boia.
Ad altri due predisse che sarebbero morti sul patibolo, ad un altro che si sarebbe tagliato le vene ventidue volte. La Harpe, che era un illuminista volteriano convinto, e autore del resoconto, chiese che venisse predetto il futuro anche a lui.
Si sentì dire che sarebbe diventato un cattolico militante e a quell’improbabile futuro per l’uomo la tavolata si mise a ridere. La tensione accumulata per le parole di Cazotte era stata così dissipata. A quel punto però il profeta parlò del futuro delle donne al tavolo, tutte al patibolo e di quello di re e regina.
Nel giro di cinque anni la profezia di Cazotte si avverò totalmente e questo fu possibile accertarlo perchè era una delle profezie più documentate. Cazotte, che aveva previsto il futuro di tutti i suoi commensali, non aveva detto però nulla del suo: fu ghigliottinato nel 1792.