Anne Moberly e Eleanor Jourdain, viaggio retrocognitivo – parte II

Tutto intorno a loro non c’erano turisti, ma più avanti, quando il viottolo si ramificava in tre, incontrarono due uomini dall’aspetto serio, che indossavano giacche verdi e cappelli a tricorno. Dato che avevano in mano vanga e carriola le due donne pensarono fossero giardinieri.

Eleanor chiese loro come fare per raggiungere la Petit Trianon, però ottenne una risposta molto fredda e meccanica che non comprese, così lo domandò di nuovo ottenendo la medesima risposta. Poi la sua attenzione cadde su una donna e una ragazza che stavano sulla porta di un villino poco distante. Indossavano abbigliamento molto antiquato e all’improvviso la donna si sentì cogliere da una strana inquietudine e depressione.

Non rivelò alla Moberly le sue sensazioni anche se si sentiva via via sempre più triste. Anche questa però cominciò a sentirsi sempre più triste. Ognuna immersa nella propria tristezza continuarono a camminare e arrivarono ad un altro punto dove il sentiero si diramava in due, a destra e a sinistra.

Anne Moberly e Eleanor Jourdain, viaggio retrocognitivo – parte I

Nel 1911 le due donne pubblicarono il libro “An Adventure”, tradotto in itailiano “Un’avventura”, in cui raccontarono della inquietante esperienza che, una decina di anni prima, avevano avuto nei giardini della reggia di Versailles.

Ma torniamo all’inizio… era il 1911 quando Eleanor Jourdain, invitò Anne Moberly a passare due settimane in vacanza con lei, nei dintorni di Parigi. La Moberly era la direttrice del collegio femminile dell’università di Oxford e Eleanor mirava a diventarne l’assistente.

Nonostante la differenza di età le due donne si trovarono bene insieme, avevano molte cose in comune ed entrambe molto legate alla tradizione. Mentre la Moberty aveva cinquantacinque anni, la Jourdain solamente trentacinque. La prima era una donna timida, con occhi scuri nascosti da un paio di lenti appoggiati su un naso che non passava inosservato.

Retrocognizione, tornare nel passato come in un viaggio nel tempo

C’è una rarissima manifestazione che ha affascinato gli studiosi e i ricercatori psichici e che si chiama “retrocognizione”. Si tratta di un fenomeno nel quale le persone si trovano a rivivere in momenti del passato, vengono trasportati indietro nel tempo. Anche se rapporti su questo tipo di manifestazione non sono nuovi, sono molto più rari che gli altri.

Uno studioso se ne interessò in particolar modo, W.H.W. Sabine, e sostenne che secondo lui la descrizione della creazione della Genesi era basata sulla retrocognizione, ma rimaniamo a tempi più vicini ai nostri. Uno degli episodi che trattano di retrocognizione fu quello raccontato da Coleen Buterbaugh, una segretaria dell’Università Wesleyan in Nebraska e che accadde nel 1963.

La donna raccontò di esere entrata in una stanza del campus e di aver sentito uno strano silenzio, poi di aver percepito la presenza di un uomo ad una scrivania, che però non riusciva a vedere. Ciò che fu in grado di vedere fu la figura di una donna in abiti antiquati, ormai evanescente.

L’anima esce dal corpo, viaggi extracorporei che fanno in molti – parte III

Sant’Antonio da Padova non è l’unico santo ad aver fatto simili dichiarazioni. Anche San Severino di Ravenna, San Clemente di Roma e Sant’ Ambrogio a Milano, hanno avuto esperienze di viaggi dell’anima fuori dal corpo. Una piuttosto curiosa è quella raccontata da Sant’Alfonso Liguori che svenne dopo la celebrazione di una messa e rimase inconscio per ben ventiquattro ore.

Al suo risveglio raccontò d’aver assistito alla morte del papa, Clemente XIV a Roma. La notizia del decesso del papa e dell’ora in cui era avvenuto il decesso fu confermata tempo dopo da un messo pontificio e i presenti al capezzale del Papa dissero di averlo visto tra chi vagava nelle stanze del morente.

Com’era possibile? Nella chiesa, ma anche nelle comunità agricole europee era ben radicata la credenza che mentre il corpo dormiva beato in un letto l’anima vagasse liberamente. Questa diede vita all’idea del “doppio” persistette nelle tradizioni popolari fino al 1800 quando poi cominciò ad essere di interesse generalizzato e divenne base dello “spiritismo”.

L’anima esce dal corpo, viaggi extracorporei che fanno in molti – parte I

I viaggi dell’anima sono esperienze che in molti raccontano di aver fatto, fin dall’inizio dei secoli le persone, delle più diverse nazionalità e razze, ma anche estrazione sociale, hanno sempre parlato della possibilità di staccarsi dal corpo terreno per poter prendere “il volo” solamente come spirito, essenza, o anima. Gli studiosi di fenomeni paranormali hanno sempre cercato di dare una spiegazione a tutto questo.

Gli studi condotti hanno portato alla conclusione che non c’è  una maggior predisposizione a questi viaggi dell’anima che dipenda da razza, etnia, nazionalità luogo in cui si vive. Si verificano in Tibet, tanto quanto in Africa, tra i francesi o nel Borneo e nell’Oceania. Anche se non sembra dipendda nemmeno dalla professione molti scrittori hanno raccontato e scritto dettagliamente le loro esperienze extracorporee.

Ma oltre ad esserci molti personaggi famosi che l’hanno sperimentato, specialmente artisti, ci sono anche migliaia di persone comuni che possono raccontarne. Ci sono alcuni fattori che “conciliano”, ovvero che favoriscono questo tipo di viaggi extra corporei.

Mark Twain e il paranormale: un sogno premonitore sul fratello

Il nome Mark Twain era lo pseudonimo dello scrittore Samuel Langhorne Clemens di Hannibal, che aveva condotto batelli sul Mississippi. Twain, nel gergo dei marinai fluviali significa misura, ma questo non ha molto a che vedere con la storia che si racconta, del suo sogno sul fratello minore, Henry.

Sam Clemens in quel periodo era apprendista pilota sul battello a vapore “Pennsylvania” che faceva la spola tra New Orleans e St. Luis, e viceversa. Suo fratello Henry era impiegato sullo stesso batello. Una notte Sam dormì a bordo, mentre il fratello scese e si sistemò in una pensione sulla terra ferma.

Durante la notte Sam fce un sogno: una bara di metallo sistemata sulle sedie in salotto, con dentro suo fratello che teneva sul petto un mazzo di fiori bianchi con uno solo di colore roso al centro. Quando si svegliò era convinto che fosse tutto vero e uscì senza nemmeno parlare con la madre, solo dopo si rese conto che era stato un brutto sogo, ma talmente vivido da essere reale.

La mente può guarire il corpo anche da malattie devastanti

Sembra proprio assurdo sostenere che ci si possa guarire da soli. Chiunque se sapesse di poterlo fare lo farebbe. Forse non è facile, forse ci sembra impossibile, invece potrebbe essere vero. Se si da ascolto ad alcuni specialisti, che ritengono il 70% delle malattie di origine psicosomatica, non sarebbe così assurdo pensare che “chi” la fa venire possa anche essere in grado di mandarla “via”.

Il problema è comprenderne la causa, dato che la malattia non può che essere effetto di qualcosa. Forse partendo da lì sarebbe tutto più facile. Abbiamo parlato di come Norman Cousins si sia curato grazie alla terapia della risata e di un atteggiamento mentale positivo.

Un altro episodio singolare è quello occorso ad un giovane ragazzo americano cui venne diagnosticato un tumore al cervello. I genitori, sconvolti dalla notizia, portarono in figlio in un’altra struttura, ma non ebbero un verdetto differente, solo un approccio diverso.

Rolf Alexander e il potere sulle nuvole

In passato, come abbiamo raccontato quache tempo fa, c’erano i tempestari, persone che potevano agire sulle nuvole, allotanandole o facendo venire temporali. Streghe, stregoni, sacerdoti druidi e sciamani sembrava avessero lo stesso potere e cioè di intervenire sulle forze della natura.

Erano in grado di influenzare la natura e le sue manifestazioni, tra queste anche i movimenti delle nuvole e la loro presenza. In molti sostenevano questo in un lontano passato, ma c’è chi pensa sia ancora possibile, o almeno sia stato possibile non molto tempo fa.

Nel 1956, ad esempio, Rolf Aleander, un medico londinese, asserì di essere in grado di dissolvere le nuvole concentrandosi su di esse grazie ad un particolare tipo di energia umana che poteva essere efficace anche a distanza. Per dimostrarlo organizzò una dimostrazione alla presenza anche della stampa.

Guarigione orientale, equilibrio tra spirito, corpo e mente

Tra le terapie alternative nate in oriente c’è senza dubbio la pratica dell’agopuntura. Qui la persona non è semplicemente un corpo, bensì un insieme formato da corpo, mente e spirito che, in costante interazione armoniosa possono trovare quell’equilibrio che fa vivere bene.

Le tradizioni terapeutiche orientali sono antichissime e provengono da Cina e India: Taoismo e Induismo.  Traggono le loro origini da sistemi filosofici e da queste religioni. Per loro la salute non dipende dall’astratta scienza medica, ma dall’interazione di abitudini, comportamenti, atteggamenti morali, che danno il benessere all’individuo.

Per il Taoismo, il corpo è un microcosmo composto delle stesse energie contrastanti dell’universo e solo se il tutto è in armonia c’è la salute, altrimenti no.

I guaritori, le terapie alternative tra corpo e mente

L’interazione tra il corpo e la mente è, nelle pratiche alternative alla medicina convenzionale, la base fondamentale di molte tecniche terapeutiche. Tra queste ce ne sono alcune, molto antiche, e di comprovata efficaca, quali ad esempio l’agopuntura e l’omeopatia, l’imposizione delle mani per finire con trattamenti più moderni come l’uso di cristalli, aromi e fiori.

Spesso la medicina occidentale ritiene queste terapie irregolari e anche potensialmente pericolose. Chi le pratica, invece, sostiene che attinge alla saggezza degli antichi. La salute, secondo questi ultimi, è un equilibrio, un’armonia tra le forse (energie, dinività o spiriti), che governano l’essere umano nella sua interezza. La malattia è il conflitto tra queste forze.

L’obiettivo dei Guaritori è restaurare l’armonia e con essa a salute fisica. La medicina scientifica che prese piede dal XVIII secolo divenne il metodo di cura dominante. I medici divennero “meccanici” del corpo umano e cercarono solamente spiegazioni razionali.

I viaggi dell’anima, attirata dalla musica celestiale

Caroline Larsen era andata a dormire, mentre il marito, al piano inferiore della casa si esercitava con altri tre musicisti, su un brano di Beethoven. La donna socchiuse gli occhi e tentò di addormentarsi al suono della musica, ma improvvisamente venne presa dall’inquietudine e poi si sentì svenire.

In seguitò raccontò d’aver tentato di resistere a quella spiacevole sensazione, ma di non esserci riuscita. Il torpore l’aveva colta e un attimo dopo si era ritrovata a guardare il suo corpo dal fondo del letto, pallido e morto, con la bocca aperta e gli occhi chiusi. Si era guardata attorno nella stanza e aveva riconosciuto tutto.

Un attimo dopo si era diretta in bagno per guardarsi allo specchio e nell’osservarsi riconobbe se stessa da giovane, non ritrovando i lineamenti della donna di mezza età qual era diventata. La maggior parte del suo corpo era trasparente e indossava un abito bellissimo  candido.

La percezione del pericolo, uno dei poteri della mente

Sembra incredibile pensare che la mente di una persona possa concepire e percepire il pericolo a distanza, senza che vi sia niente, a livello oggettivo, a farglielo pensare. Eppure accade, ma la mente umana è una delle materie meno studiate in assoluto.

Si sa tutto sulle scienze, l’uomo ha costruito la bomba atomica e le navette spaziali. Ha sondato il fondo dei mari, parti dell’Universo, ha incredibili conoscenze eppure sa pochissimo della mente e di come funziona seppur ne abbia una. Così certi avvenimenti appaiono curiosi e quantomeno bizzarri.

Per questo ciò che accadde alla signora Hurth ha dell’incredibile. Sua figlia Joicey di cinque anni era uscita per raggiungere i fratelli al cinema, poco distante da casa. La famiglia abitava a Cedarburg, nel Winsconsin ed era il 1955. La donna, che stava lavando i piatti, all’improvviso ebbe la certezza che la bambina aveva avuto un incidente.

Bambini indaco, mistero, poteri, futuro della razza umana e 2012 – parte 4

Gli “Starseed” sono, come si diceva, un discorso a parte. Sono “anime” umane solo in parte ed estremamente evolute, brillanti come stelle. Nascono con la consapevolezza di sé e con un bagaglio di conoscenze che possiamo solamente sognarci.

Percepiscono i pensieri delle persone che hanno intorno, sono in grado di leggere loro dentro, di capire chi sono e come sono, come agiranno e si comporteranno. I bambini delle Stelle hanno in sé l’impulso a far del bene e assomigliano di più al padre, che non li abbandona mai ed è la loro guida spirituale.

Non sono umani al 100%, difatti hanno una componente extraterrestre, arrivati qui da un altro mondo hanno il compito di assistere l’umanità attraverso l’ingresso nella Nuova Era, il 2012. Gli Starseed, o figli delle Stelle, spesso si sentono soli e sanno di non essere originari di qui. In genre il loro vero genitore è quello che non è sulla Terra, oppure sono figli di Starseed già sulla Terra da tempo.

Bambini indaco, mistero, poteri, futuro della razza umana e 2012 – parte 2

I bambini Indaco farano fare un salto evolutivo all’umanità, ma in cosa sono differenti dagli altri? Questi bambini hanno molti poteri, la maggior parte di loro apre varchi in altre dimensioni, vedono altri mondi e i loro abitanti e sono in grado di descriverli accuratamente, ricordano perfettamente le loro vite precedenti e la storia dell’umanità.

Come si diceva nell’articolo precedente sono legati alle profezie Maya del 2012. Gli indaco sono la futura specie che popolerà il pianeta e ci porteranno attraverso i cambiamenti epocali in atto. Questi bambini hanno in loro la “conoscenza”, non devono imparare, la loro è Sapienza. Con loro è iniziato il processo che porterà alla nascita di bambini sempre più evoluti.

Nancy Ann Tappe sostiene che ci sono quattro tipi di bambini Indaco:

– indaco umanista,

– indaco concettuale,

– indaco artista,

– indaco catalizzatori.