Dopo avervi parlato delle Fate dell’aria, oggi voglio parlarvi delle Fate dell’Acqua che sono divise in: Ninfee, Ondine, Silfidi e Anguane.
Le Ninfee sono le più conosciute fate dell’acqua, sono abitanti delle acque chiare, delle sorgenti e delle fontane, la cui origine è molto antica. Nella mitologia, le Ninfee generavano ed allevavano gli eroi, erano venerate e allo stesso tempo mettevano paura ed erano visibili agli umani nelle ore del mezzogiorno, tanto che era raccomandato di non avvicinarsi alle fonti durante quelle ore, per non cadere preda del loro fascino.
Si fanno vedere come giovani fanciulle, diafane e leggere, nude o coperte da una leggera peluria, e con fiori e ghirlande sui capelli. Loro si divertono a filare e tessere sulle sponde fiumi, ma anche danzare, cantare, bagnarsi e nuotare nei limpidi laghetti alpini e nei torrenti.
Le leggende parlano con timore delle ninfe, dato che la loro vista procurava gioia, eccitazione. Esse emergono dall’acqua solamente quando nessuno può vederle, quando decidono di attirare a sé qualche umano piacente: loro cantano e li trascinano nell’acqua e se i catturati erano giovani e belli, non venivano uccisi, ma condotti in castelli di corallo e madreperla, dove la vita è tanto felice ed armoniosa da indurre gli uomini a non desiderare più tornare a vivere sulla terra, tra i comuni mortali.
Se per una qualsiasi ragione, i giovani tornavano nel mondo terrestre, spesso morivano assai presto perché, il detto dice che chi avesse avuto la fortuna di guardare gli occhi una Ninfa non avrebbe potuto più vivere lontano da quello sguardo.
Spesso le Ninfe assumono una forma umana e si divertono ad andare al mercato spesso a danzare, e in tal caso il loro aspetto era di belle donne, alte poco più di un metro, del tutto umane.
Le Ninfee, oltre a danzare avevano un passatempo che adoravano, ossia quello di sedersi sui sassi dell’argine per pettinarsi i lunghissimi capelli biondi.
Fonte | Mondosegreto