Nessie, storia e leggenda del mostro – parte III

Continuiamo a parlare di Nessie e in particolare del suo avvistamento da parte di George Spicer. L’uomo d’affari, che come dicevamo stava viaggiando con la moglie, passava in macchina vicino al lago quando lo vide.

Disse che si trattava di un animale lungo circa sette metri e dal collo lunghissimo, affermò che gli aveva attraversato la strada tenendo tra le fauci un agnellino o qualcosa di simile.

Lo descrisse somigliante ad una specie di drago o animale prestorico. Alcuni mesi dopo un gruppo di persone sedute in una sala da the che si affacciava sul lago affermarono di aver scorto il mostro che assomigliava ad un grosso serpente con due gobbe e una grossa coda, muoversi nell’acqua.

Nessie, storia e leggenda del mostro – parte II

Ma come sarebbe arrivato Nessi nel lago da cui prende il nome? Le uniche vie d’acqua che collegano il lago al mare sono il Canale di Caledonia che fu aperto alla navigazione nel 1822 e il fiume Ness che porta l’acqua.

Il canale è interrotto da parecchie chiuse che si aprono solamente al passaggio delle imbarcazioni è quindi impossibile che Nessie sia passato di qui, inoltre il fiume è troppo basso perchè possa essere percorso da un animale della stazza che si suppone sia il mostro.

Nessie, storia e leggenda del mostro – parte I

Vi ho raccontato che la Valle dove ora c’è il lago di Loch Ness era rigogliosa e verde, con il pozzo da cui prendevano l’acqua e come racconta la leggenda dovevano sempre richiuderlo. A lasciarlo aperto fu la donna per salvare il suo bambino ed il pozzo vomitò l’acqua che coprì l’intera vallata.

Le genti scapparono sulle montagne  mormorando in tono lamentoso: “tha loch ‘nis ann” (traduzione: adesso è un lago!), da qui venne il nome del lago, Loch Ness appunto. Le persone sono fermamente convinte che il lago sia sotto una maledizione e dimora del mostro.

Morag, Champ e altri cugini, mostri lacustri – II

Il mostro di Okanagan venne alla fine ritenuto solamente una superstizione indigena per molto tempo. Negli anni Venti però vi furono parecchi avvistamenti. Tutti parlavano di una bestia innocua e invece di temerla la ritenevano bizzarra.

Al mostro venne dato un nuovo e curioso nome, Ogopogo e nel 1983 venne messo in palio dalla Pro Loco un milione di dollari per chi ne avesse portato le prove dell’esistenza, ma in effetti era solo una burla per attirare turismo.

Il famoso mostro di Loch Ness

Il lago di Loch Ness, uno dei più grandi d’Europa, è situato nelle Highlands scozzesi, circondato da montagne, foreste e praterie. La sua grandezza non è riferita alle dimensioni in larghezza e lunghezza, mille e seicento metri per soli trentaquattro chilometri, ma per la grande profondità.

In certi punti arriva fino a duecentodieci metri e rappresenta il terzo bacino d’acqua dolce europeo in termini di volumetria. Le sue acque sono scure e opache a causa della torba e si dice che sul fondo vi si nasconda un animale enorme.

Sono parecchie le persone che dicono di averlo visto e lo descrivono come somigliante ad un dinosauro, uno scomparso brachiosauro, il collolungo erbivoro. Nel 1963 fu avvistato dall’agricoltore Hugh Ayton che stava lavorando la sua terra, a  ridosso del lago.

Creature mostruose nelle profondità degli abissi

Le profondità degli abissi, che siano di fiumi, o di mari e oceani, possono nascondere quelle creature mostruose o infernali di cui da sempre si parla e che però ben pochi hanno avuto modo di vedere. Molte delle creature leggendarie di cui si parla prendono il nome dagli specchi d’acqua in cui vivono, come ad esempio Nessie nel lago di Lock Ness, oppure Ogopogo, Champ e Morag.

Le creature leggerndarie non esistono solo negli abissi, ma anche nelle foreste e sulle cime di alte vette, ricordiamo lo Yeti, ma qui parleremo delle creature acquatiche che trovano nelle profondità  nascondigli naturali profondi e difficili da esplorare.

Anche l’animale più grande nelle profondità oceaniche avrebbe mille luoghi ove nascondersi quindi non è possibile affermare con sicurezza che non ne esiste nessuno. L’esplorazione sottomarina fino ad ora si è limitata solamente alle aree che circondano le masse emerse e che rappresentano solamente il 7% del territorio subacqueo.