Preghiera alla Dea Inanna, chiamata e conosciuta come la dea Ishtar, riconosciuta dal popolo egizio come la Dea Iside: Madre della Terra, Regina del Cielo, Stella a otto punte che risiede nel ventre del pianeta Venere. A questa Dea sono riconosciuti i poteri di giustizia, di seduzione e madre della natura e degli animali. Fu sposa di Dumuzi, Re Pastore. Questa preghiera è un antica preghiera che racconta le sue doti e la sua storia di amore e rinunce.
Ishtar
Preghiera ad Inanna, I PARTE
Oggi vedremo una preghiera dedicata alla Dea Inanna. Inanna è una delle dee più antiche, prima di Iside c’era Lei. Inanna è la dea sumera, chiamata e conosciuta come Stella della Mattino, Madre del Cielo e della Terra, chiamata Ishtar, sorella della dea degli inferi Ereshkigal, ritenuta come la sua parte oscura.
La Dea Ishtar scende negli inferi
Molti pagani- wiccan conosceranno già questa storia, molto famosa nella religione Wicca, che narra della Dea che scende negli inferi, o meglio nel mondo sotterraneo, per salvare il suo amato, ma forse non sanno da dove essa provenga davvero. Questo racconto infatti è davvero molto antico risalente all’età dei Babilonesi, quindi stiamo parlando di 2000- 3000 a.C anni fa. La leggenda spiegherebbe il perché dell’alternarsi delle stagioni sulla terra e quindi il perpetuo ciclo della vita. I protagonisti di questa storia sono la Dea Ishtar, per i Sumeri Inanna, che viene identificata come la Venere per i romani, quindi dea dell’amore, della bellezza, della fecondità, Grande Madre della terra e del cielo, dea anche della guerra, e Tammuz/Dumuzi il suo amato, dio-pastore della vegetazione, bello e luminoso come il sole. Questa storia venne poi assimilata dai Gregi con il mito di Persefone dea degli inferi e di Afrodite che piange il lutto per il suo Adone.
Evocazione Logo: Ishtar e Arioch
Oggi parleremo di come evocare I “logo“, ossia il concetto, la forma, che l’evocatore proietta con la propria potenza energetica. L’evocatore plasma il soggetto evocato, partendo da materiale caotico e dissolto, se riesce a costruire nella propria mente un “logo” dotato di una personalità definita, l’evocatore può dar forma a ciò che evoca, anche se questa non esiste. Ora parliamo di logo esistenti.