La pietra filosofale, tra storia e leggenda

Anche Heinrich Cornelius Agrippa era convinto dei suoi poteri e della sua esistenza, ma biasimava quegli alchimisti che passano la vita ad inseguire il sogno della pietra lasciando da parte tutto il resto. La maggior parte delle persone erano scettiche a riguardo, però quando la trasformazione avveniva otto i loro occhi increduli non potevano far altro che crederci.

Fu il caso di un professore dell’Università di Helmstadt, tal Martini, che dopo aver spiegato ai suoi allievi di come fosse impossibile la trasmutazione, dovette ricredersi quando un alchimisa convertì del piombo in oro sotto il suo sguardo.

Anche all’imperatore del Sacro Romano Impero, Ferdinando III capitò di utilizzare la pietra e trasformò due libbre e mezzo di mercurio in oro poi incredulo ripetè l’esperimento. Infine, per celebrare  l’avvenimento fece coniare una medaglia su cui fece incidere l’iscrizione: “Divina metaorfosi avvenuta a Praga, 15 gennaio 1648, testimoniata da Sua Maestà Imperiale Ferdinando III”.

Heinrich Cornelius Agrippa e il suo libro di magia

Heinrich Cornelius Agrippa di Nettesheim, scrisse un libro di magia indiversi volumi precisando che la Filosofia Occulta é la Magia e attraverso questa stabilì l’esistenza di tre Mondi: l’Intellettuale, il Celestiale e l’Elementare, attraverso i quali tutto è organizzato.

Nel suo De occulta philosophia scrisse: “Coloro che vorranno dedicarsi allo studio della Magia, dovranno conoscere a fondo la Fisica, che rivela la proprietà delle cose e le loro virtù occulte“, perchè non si può divenire maghi se non si conoscono i poteri e le proprietà delle cose.

Secondo Agrippa, la Magia Cerimoniale, o Teologia, può insegnare alle persone a comprendere ciò che di soprannaturale c’è, ovvero, gli spiriti, gli angeli, le anime, persino Dio, la religione e la mente.

Heinrich Cornelius Agrippa, mago del Rinascimento

Nel Medioevo il pensiero cabalistico e la magia ebbero gran peso all’interno delle società di quel tempo edin seguito al dilagare di queste teorie e pratiche, Cornelius Heinrich Agrippa, che visse in Germania tra il 1400 e il 1500, scrisse sui numeri e la loro consacrazione alle divinità dicendo che le creature celesti li temono e gli uomini tremano di fronte ad essi.

Scrisse un libro, che pubblicò molti anni dopo averlo scritto, intitolato “De occulta philosophia libri tres“, su cui continuò a lavorare per vent’anni. Non ci sono prove che sia stato perseguitato per il suo credere e praticare la magia, ma ebbe moltissima influenza su Giordano Bruno.

Oltre ad essere mago era moltissime altre cose tra cui medico, teologo, filosofo e alchimista e riteneva che la Pietra Filosofale esistesse e potesse, non soltanto trasformare in oro il piombo, ma curare da tutte le malattie e rendere la vita più lunga.

La fine della stregoneria, le bolle e Canoni inquisitori

Oggi torneremo a parlare della storia della stregoneria, più esattamente il periodo in cui finirono le persecuzioni, tra il 1650 e la fine del 1700, periodo in cui si ebbe il declino della persecuzione giuridica contro l’eresia.

Heinrich Cornelius Agrippa e Giovanni Pico della Mirandola furono due personaggi storici ed importanti di quel periodo poiché aveva una buona conoscenza delle arti magiche di quel periodo, e ne stabilirono una visione.

Personaggi come Copernico, Keplero, Newton e Galileo dimostrarono che l’universo era stato creato da leggi fisiche e non magiche, basandosi sul metodo scientifico sperimentale, come diceva Galileo Galilei:

“su sensate esperienze e necessarie dimostrazioni”