Henry James e le voci dall’inconscio

Il filosofo americano Henry James avrebbe sentito voci provenire dal suo inconscio una sera che era seduto davanti al camino della casa vicino alla foresta di Windsor che aveva preso in affitto.

Era il 1844 e dopo aver sentito le voci Henry James scrisse: “un terrore pazzesco, inspiegabile, che la mia mente perplessa poteva giustificare solo ammettendo la presenza di una figura diabolica, a me invisibile, accovacciata e che irradiava influenze letali“.

L’esperienza durò circa un’ora e così parve a James e che lo lasciò in uno stato di !infanzia indifesa”. Fu perseguitato per anni da questo ricordo e ne parlò molto spesso anche ai suoi figli.

Processo alla chiaroveggenza

In passato i fisici Gerald Croiset, Peter Hurkos ed Eileen Garrett, noti nel campo della scienza, si sono sottoposti per lungo tempo a esami di laboratorio per comprendere da dove venivano i fenomeni di chiaroveggenza.

I risultati non furono del tutto conclusivi, ma dimostrarono che i tre potevano chiaramente vedere il futuro e frugare nel passato. Queste capacità vengono chiamate precognizioni e retrocognizione e sono state attribuite anche ad Alet Tanous, medium libano-americano che ha più volte collaborato negli anni Ottanta, con la polizia per la risoluzione di crimini e la ricerca di persone scomparse.

Tanous sosteneva di potersi proiettare indietro nel tempo per arrivare al momento in cui la persona era stata vista l’ultima volta e poi percorrrerne e seguirne i movimenti.

I colori e il mondo spirituale – Steiner, parte V

Nei suoi spettacoli teatrali che Steiner stesso definiva “misteri drammatici” metteva in scena le sue idee sulla reincarnazione e il rapporto con gli essere spirituali, ma per questo ci voleva un teatro che fosse architettonicamente in sintonia con con l’atmosfera così progettò un edificio adatto, il  Goetheanum che sorse in una cittadina vicino a Basilea.

Fu completato nel 1920. Dopo la Prima Guerra Mondiale Steiner si occupò della diffusione del movimento antroposofico e si dedicò a due progetti, uno agricolo, l’altro pedagogico, ci soffermeremo sul secondo.

Steiner era convinto che tra i compiti della scuola ci fosse quello di far sviluppare la mente al pari dello sviluppo spirituale ed emotivo. Ai bambini bisognava insegnare a leggere solamente verso i sette-otto anni, età nella quale si formava il dente del giudizio, a suo dire collegato ad una maturazione spirituale.

Riteneva che il bambino nei primi mesi di vita imparasse imitando il comportamento delle persone che aveva accanto e quindi la prima infanzia era il momento migliore per instaurare e far crescere i rapporti affettivi.

I colori e il mondo spirituale – Steiner, parte III

Tra Steiner e il contadino Felix Kooguski nacque un’amicizia duratura e il giovane scoprì Goethe. Attraverso la sua opera poetica Stenier si convinse d’aver incontrato uno “spirito affine“. Goethe aveva la passione per le sceinze, scrisse difatti trattati di botanica, ottica, anatomia e allo stesso tempo ascoltò le voci della natura, cioè dell’anima.

Mentre studiava il grande “maestro” ebbe da un editore l’incarico di curare la pubblicazione proprio di una sua raccolta di opere scientifiche. Nel frattempo iniziò a dare lezioni privare per arrotondare e si trovò ad insegnare ad un ragazzo autistico di nome Otto scollegato dalla realtà e ritardato mentale.

Dopo qualche tempo chiese ai genitori di potersi occupare totalmente della sua educazione ed ebbe il loro consenso, iniziò quindi ad applicare a Otto le tecniche pedagogiche che aveva calibrato sui suoi bisogni e in meno di due anni fece regredire completamente i disturbi del ragazzo.