Mendeleev e Cartesio, sogni profetici di grandi uomini – II

Mendeleev erano anni che cercava un modo per poter prevedere la scoperta di elementi sconosciuti e una notte, dopo aver lavorato tutto il giorno a quel problema, si addormentò esausto. Durante il sonno sognò una tavola dove ogni elemento occupava il posto giusto.

Svegliandosi lo scienziato annotò con grande cura la tavola che aveva visto in sogno e che diventò la notissima tavola periodica degli elementi. Lo stesso Mendeleev parlandone in seguito disse che rispetto a quella che aveva visto in sogno fu necessaria solamente una correzione.

Mendeleev e Cartesio, sogni profetici di grandi uomini – I

Molte persone credono nel potere profetico dei sogni, altre no, in ogni caso ci sono ricche casistiche e anedotti che testimoniano quanto nella storia dell’umanità e nella vita delle persone questi siano presenti. Non ci sono solo persone normali a fare questo genere di sogni, ma anche scrittori, musicisti, scienziatie  filosofi, tanto per citarne alcuni.

Vorrei parlarvi prima di Cartesio, matematico di cui ho già scritto, poi di Mendeleev. Cartesio viene ritenuto il padre della moderna filosofia e sosteneva che i sogni erano fantasie o desideri insoddisfatti, ma nonostante questi suoi convincimenti era certo che la sua attività fosse anche stata influenzata da alcuni sogni che aveva fatto in gioventù.

Cartesio, anima e macchina – II

Dopo aver scritto il “DiscorsoCartesio si impegna nel suo capolavoro sulla natura dell’nima umana e sull’esistenza di Dio nel capolavoro “Meditazioni metafisiche”. In questo suo lavoro Cartesio parte sempre dal negare, per poi arrivare alla conclusione provando ciò che inizialmente cercava di dimostrare non vero.

“Ma cosa sono allora?” si chiede il filosofo e la risposta non tarda ad arrivare. L’anima è una sostanza che pensa, che afferma, che nega, che vuole, non vuole e immagina.

Cartesio, anima e macchina – I

Nel 1637 Cartesio scrisse il “Discorso sul metodo” in cui espose la sua concezione di supremazia del pensiero, o meglio della ragione, sulle questioni della materia. Da qui nacque il dualismo cartesiano.

Cartesio con il suo dualismo intendeva sostenere che la realtà è data da due tipi di sotanze: una è pensante, l’altra è estesa, dove quella pensante è la parte spirituale e il pensiero è il suo attributo principale.

Non ha estensione spaziale, non è in movimento, non può essere misurata. La parte invece  estesa è quella che ha a che fare con l’universo materiale e non ha nulla di spirituale.