Scopriamo alcune delle curiosità più importanti sulla dea Tara, saggia madre di tutti i Buddha che da sempre ha rivestato un ruolo importante e di dominio. Ecco 5 cose da sapere sulla Dea Tara:
buddismo
Il significato del karma
Vi è mai capitato di chiedervi cosa sia il karma e soprattutto cosa rappresenti? Il karma deriva dal sanscrito e la sua origine nasce dal termine “kri” che vuol dire fare, realizzare, agire. Questo concetto è spesso utilizzato dalle filosofie orientali, per esempio il buddismo o l’induismo, tuttavia anche in Occidente questo termine sta cominciando ad essere utilizzato sempre con più frequenza.
Il buddismo e la reincarnazione
Un’altra religione che prende in considerazione la reincarnazione è il Buddismo. In questa, come in altre, non c’è un Dio, ma un uomo, un essere umano che si è elevato e ha dato agli altri indicazioni per potersi elevare.
Il “fondatore” del Buddismo è Gautama Siddarta, detto appunto Budda, dal quale prende il nome la religione.
Lui ha passato la vita cercando di raggiungere più elevate vette spirituali parlando della condizione dell’uomo. La vita terrestre sarebbe per alcuni una sorta di punizione nella quale, una vita dopo l’altra, si cerca di purificarsi, in modo da tornare ad essere perfetti sotto ogni forma, come essere spirituale e, a quel punto, il ciclo delle vite reincarnati in corpi umani finisce.
Il rituale che fa allontanare il fantasma
Prima che il Buddismo arrivasse in Tibet le persone che vi erano nate e vi abitavano praticavano una religione “animistica” chiamata Bon. Era una fede sciamanica piena di complicati rituali molti dei quali vennero poi adottati dal buddismo tibetano e praticati ancor oggi.
Uno di questi riti conosciuti e praticati è lo shedur che serve per allontanare gli spettri, per esorcizzarli.
Lo shedur è un rituale lungo e complicato che dura sei giorni. Una volta, nel 1981, venne fatto a Dharamsala, luogo in India dove si erano rifugiati molti tibetani perseguitati dal governo cinese e dall’esercito che aveva invaso le terre del Tibet.
La reincarnazione nella storia, altre convinzioni – I
Le origini del concetto di reincarnazione non sono chiare, o meglio, non ci sono moltissimi antichi scritti che ne parlano, bisogna però anche dire che una volta tutto era trasmesso oralmente e quindi non si possono avere dati certi.
Il passato e la storia vengono ricostruiti a ritroso utilizzando i documenti che sono pervenuti fino a noi che possono essere solo una parte della verità o anche tendenziosi perchè scritti in genere da una persona che aveva un suo punto di vista e credeva in sue convinzioni. Lo stesso vale per la religione.
La montagna sacra tibetana, credenza religiosa
Nel Tibet occidentale, una delle regioni più alte e desolate della Terra, nell’aria pura e incontaminata, svetta la catena del Kailas. Il monte Kailas è da sempre il luogo più sacro per le popolazioni asiatiche. Attorno a questa vetta si trova la ricca e complessa cosmologia di ben quattro diverse religioni.
I fedeli si recano sulle pendici del monte, coperte di ghiacci da oltre un millennio in pellegrinaggio. Il santone tibetano Milarepa, che visse nel 1000 scrisse che la profezia del Budda diceva una assoluta verità.
Quale sarebbe? Che il monte Kailas, bianco di neve, è l’ombelico del mondo e il luogo dove “danzano i leopardi nella neve”. Molte popolazioni e civiltà hanno l’idea che montagne o luoghi siano l’ombelico del mondo, accade anche in America per i Navajo, per esempio.
Sansara, la ruota del divenire nel Buddismo
Vivere, secondo il Buddismo, è soffrire, morire vuol dire anche rinascere e tornare a soffrire. Il ciclo della vita, quello della morte e della reincarnazione prendono il nome di Sansara, qualcosa di inesorabile e senza fine che viene chiamato anche ruota del divenire.
Secondo il Buddismo il sollievo avviene solamente attraverso l’illuminazione interiore, ovvero la consapevolezza dell’unità universale di tutte le cose del creato. L’illuminazione è anche la porta attraverso la quale si accede al Nirvana, il mezzo utilizzato per arringere l’unità delle cose.
Secondo i dogmi del buddismo la sofferenza arriva dall’autocoscenza dell’Io e dall’illusione di essere un Io distinto dal resto delle cose. Gli individuo DETERMINANO il proprio destino creando, azione dopo azione, il loro Karma, che governa il processo di illuminazione della vita.
I sogni, parte della realtà per gli antichi cinesi e i buddisti – II
Quando Yasoda vide l’universo intero nella bocca di Krishna si spaventò tanto che si chiese se tutto fosse un sogno o un’illusione fabbricata da Dio, o ancora un’allucinazione della sua mente.
Qual era la sua vera esistenza?, si chiedeva, quella che viveva, o quella che vedeva? Questo problema del sogno dentro la vita o della vita dentro un sogno non è stato preso in considerazione solo dai pensatori orientali, ma anche dagli antichi filosofi greci.
Ad esempio nel Teeteto di Platone, Socrate domanda che prova si potrebbe addurre per dimostare a qualcuno che ci chiede se siamo svegli oppure dormiamo. Nel dialogo Teeteto ammette che potrebbero star sognando entrambi e Socrate afferma che si può persino discutere su questo.
I sogni, parte della realtà per gli antichi cinesi e i buddisti – I
Li Yuan Chou era un professore dell’Accademia Imperiale fiorita tra il XII e il XIII secolo e sosteneva che gli stati di veglia e di sonno coesistono nello stesso individuo. Ci doveva essere quindi un “punto di contatto” tra i due.
Secondo il professore però ognuno dei due stati, sonno e veglia, rappresneta un mondo a sé ed è tanto reale quanto falso e questo perchè durante la veglia la persona non è consapevole del sogno e durante il sogno non è consapevole della veglia.
Il sogno è destinato a svanire al risveglio, così come la realtà è destianta a svanire nel sonno. L’antica letteratura cinese è densa di riferimenti ai sogni e alla relazione di questi con la realtà. I buddisti consideravano i sogni parte integrante della realtà.