Negli scorsi articoli abbiamo iniziato a leggere un racconto buddista che narra la storia di un Re la cui bontà e senso di sacrificio l’hanno portato a diventare un Budda. Ogni racconto ci lascia qualcosa su cui riflettere, un qualcosa che possiamo fare nostro, un consiglio che può servirci nella vita. Oggi vedremo la fine del racconto, per chi si fosse perso le parti può cliccare i titoli qui sotto.
budda
Il Re buono: racconto buddista, II PARTE
Nell’articolo di ieri, abbiano iniziato a narrare il racconto buddista che parla di un Re di un infinità bontà che pur di non sacrificare una vita, sacrifica la sua. Una racconto che insegna la bontà e il sacrificio e il valore della vita stessa.
(Per chi si fosse presto la prima parte potete cliccare sul titolo qui sotto).
Il Re buono: racconto buddista, I parte
Oggi proseguiremo con i racconti che vengo spesso narrati nella filosofia buddista; racconti che lasciano sempre un insegnamento positivo, un qualcosa che l’uomo che aspira all’illuminazione e alla beatitudine deve imparare a fare, ma sopratutto a essere. Questo racconto che stiamo per leggere ci insegna l’infinità bontà e il senso di sacrificio.
Il buddismo e la reincarnazione
Un’altra religione che prende in considerazione la reincarnazione è il Buddismo. In questa, come in altre, non c’è un Dio, ma un uomo, un essere umano che si è elevato e ha dato agli altri indicazioni per potersi elevare.
Il “fondatore” del Buddismo è Gautama Siddarta, detto appunto Budda, dal quale prende il nome la religione.
Lui ha passato la vita cercando di raggiungere più elevate vette spirituali parlando della condizione dell’uomo. La vita terrestre sarebbe per alcuni una sorta di punizione nella quale, una vita dopo l’altra, si cerca di purificarsi, in modo da tornare ad essere perfetti sotto ogni forma, come essere spirituale e, a quel punto, il ciclo delle vite reincarnati in corpi umani finisce.