La piramide di Yonaguni ed il continento Mu – parte quarta

Torniamo a parlare della piramide di Yonaguni. L’altra certezza riguardo l’intervento dell’uomo è data dalla presenza di un portale, chiamata ‘Cancello ad Arco’, che conduce ad una strada circolare. Kimura parlando della strada ha detto:

La Strada ad Anello è una sorta di via che circonda l’edificio principale di Yonaguni. È larga sei metri in genere, anche se in alcune parti ne raggiunge 15. Questa via e tutto il palazzo sono circondati da un muretto, c’è una sola apertura che abbiamo chiamato ‘Cancello ad Arco’, perché è sormontata da un arco di pietra alto 1.70 e largo un metro.

Sono stati rinvenuti attrezzi di pietra alla base della piramide sottomarina, che presentano similitudini con alcuni utensili trovati a Taiwan, e sono asce non levigate stimate circa di 10.000 anni.

La piramide di Yonaguni ed il continento Mu – parte terza

Il prof. Kimura, geologo marino, spiega che la struttura delle Piramidi di Yonaguni è composta da enormi blocchi di pietra sui quali sono stati fatti degli intagli in modo da realizzare i terrazzamenti e le scale che ne conferiscono l’aspetto piramidale.

Alcuni ricercatori hanno scoperto l’esistenza di pietre rotonde, che potrebbero far parte di un antico e primitivo sistema di drenaggio dell’acqua piovana, messe nelle vicinanze di solchi scolpiti sulle superfici di roccia, con la funzione di grondaie.

La sezione est della piramide è stata definita “sacra” poiché conservava strani reperti,come una scultura simile a un uccello di pietra, un blocco di roccia scolpito a forma di tartaruga simile alle kamekobaka ritrovate anche a Okinawa, poi una sorta di “vasca” dal profilo triangolare scavata nella roccia, denominata ‘Piscina a Triangolo’, è una depressione triangolare simile i Kaa, fontanelle artificiali di acqua potabile nel castello Gusuku dell’antica Okinawa.

La piramide di Yonaguni ed il continento Mu – parte seconda

La piramide di Yonaguni fu scoperta nel 1985, durante un’immersione di Kikachiro Aratake, a circa 150 metri al largo dell’isola di Okinawa.

La mega struttura è situata a 25 metri di profondità e Masaaki Kimura, geologo marino con cattedra al Dipartimento di Scienze della Terra, presso l’Università di Ryukyu, dopo numerose immersioni ha dichiarato che la struttura è una realizzazione artificiale.

Lo studioso per raggiungere alla conclusione ci ha messo tanto tempo anche perché le enormi dimensioni della struttura e la sua irregolarità hanno reso difficile la ricostruzione.

La piramide di Yonaguni ed il continento Mu

Oggi voglio parlarvi dell’Atlantide cinese chiamata YONAGUNI. Nei fondali del Mar della Cina, presso l’Isola di Okinawa, l’ultima isola delle Ryukyu, è stata scoperta una struttura molto strana rimasta nascosta nei fondali marini per oltre 10.000 anni.

Secondo degli esperti archeologi, è la più antica costruzione mai realizzata dall’uomo, difatti le rovine si sviluppano lungo un ampio fondale marino di cui la piramide ne occupa 15.000 mq.

Molto studiosi, collocano la piramide di Yonaguni come la prova dell’esistenza del mitico continente Mu, colpito da un cataclisma migliaia di anni fa ed inabissatosi nelle acque dell’Oceano Pacifico.

Il popolo del cielo

 Questa è una leggenda tratta dal libro di Scott Cunningham “Il libro delle ombre” e narra la storia di un popolo del cielo sceso sulla terra per insegnare ai terrestri l’arte della magia, ma come sempre quando si ha troppo potere si finisce per diventare avidi e cattivi, e voler sempre di più, disposti anche ad uccidere per avere il potere.

All’inizio dei tempi, nella vastità dello spazio , esisteva una civiltà che viveva su un pianeta molto simile alla Terra. Questo popolo purtroppo dovette combattere una terribile guerra civile, e prevedendo la sua stessa distruzione, mandò alcuni suoi emissari nello spazio a bordo di aghi d’argento in cerca di nuovi pianeti in cui piantare i loro semi e assicurarsi che il loro sapere e potere non andassero perduti.

Atlantide forse era in Iran …

Platone così scriveva nel Timeo:

Innanzi a quella foce stretta che si chiama Colonne d’Ercole, c’era un’isola. E quest’isola era più grande della Libia e dell’Asia insieme e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. (…) In tempi posteriori (…), essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte (…) tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l’isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve

Finalmente dopo anni di ricerche, la risposta è stata data: Atlantide era situata nell’area dell’attuale Iran, difatti una regione inghiottita dai fondali del Golfo Persico, potrebbe essere stata abitata oltre 100.000 anni fa dagli abitanti della mitica Atlantide.

Questa è la scoperta di alcuni archeologi dell’Università di Birmingham, che son arrivati ad una conclusione scavando lungo le coste del Golfo, dove sono stati portati alla luce circa 60 siti archeologici, tra case, vie di comunicazione, ceramiche e altre oggetti frutto di una tecnologia più avanzata rispetto a quella di insediamenti vicini.

Mary Violet Firth, magia e occultismo

Oggi vi parlo di Mary Violet Firth, romanziera inglese e anche occultista. Nacque nel 1890 e con il tempo iniziò a farsi chiamare Dion Fortune. Venne educata alla Scienza Cristiana e lei stessa imputava il suo interesse per il soprannaturale alla fondatrice del movimento religioso, Mary Baker Eddy.

Aveva casualmente anche lo stesso nome di battesimo! La Firth riteneva che la sua conversione vera e propria all’occultismo fosse però imputabile ad un fatto che le accadde all’età di diciannove anni. Nel 1910 la ragazza, che lavorava, dichiarò di aver subito dal suo datore di lavoro una vera e propria “aggressione psichica“.

L’uomo le imponeva ritmi di produzione così stressanti e serrati da procurarle un esaurimento nervoso, ma secondo lei il problema non era solamente questo. In realtà il datore di lavoro la stava attaccando sul piano astrale, togliendole l’energia vitale.

Il lago Titicaca e gli dei Inca, credenze antiche – parte II

La distanza della città dal lago potrebbe anche essere stata causata da un innalzamento del terreno. Queste due ipotesi possono essere giusitificate solo da una grande catastrofe e alcuni studiosi ritengono che la città di Tiahuanaco esistesse già diecimila anni fa, quindi tutto comacerebbe con le informazioni che si hanno su Atlantide, il continente perduto.

Ci sono parecchie teroie a riguardo, una delle quali prende in considerazione la possibilità che la città fosse a quel tempo il porto di una civiltà estesissima, per questo il luogo era chiamato “continente”. Era forse la città di un impero che si estendeva non dentro il lago, ma all’esterno, nelle sue vicinanze.

Una decina di anni fa un inglese, Jim Allen, dopo aver studiato le cartine antiche andò nella zona e potè verificare che, man mano che ci si allontanava dalla costa del Pacifico le civiltà erano sempre più antiche. E non è l’unico a crederlo.

Il lago Titicaca e gli dei Inca, credenze antiche – parte I

Tra Bolivia e Perù, su un altopiano spazzato dal vento nelle alture andine, c’è il maestoso lago Titicaca, culla della civiltà Inca. Per questo popolo il lago, il più grande dell’America Meridionale, con una superficie di 8.300 km, è la culla della loro civiltà.

Viene considerato non solo un luogo di rinascita, ma anche pietra miliare della loro mitologia, nella quale il tempo era concepito come una progessione di dei che ascendevano trionfanti e cadevano sconfitti, come gli imperatori.

Secondo una visione inca circa il mito della creazione, questo lago fu dimora dei figli del Sole. Narrano che la nsotra epoca sia stata preceduta da un periodo di buio e caos. Il Sole, vedendo gli uomini che vivevano in modo barbaro e primitivo, pianse e si dispiacque per loro.

Atlantide, la ricostruzione di Edgar Cayce attraverso il trance – parte II

A quanto diceva Cayce gli atlantidesi erano apparsi sulla Terra come spirito e solo in seguito si erano trasformati ed evoluti diventando anche materia, con corpi come i nostri. A quel punto, non viene però spiegato il motivo, iniziò il decadimento di Atlantide.

I suoi abitanti diventavano sempre meno incorporei e la civiltà ne soffriva. Mentre era in trance Cayce raccontò che in Atlantide c’erano delle forze moleste che causarono la prima distruzione a causa dell’applicazione delle cose spirituali al soddisfacimento delle persone materiali, insomma una perdita di spiritallità a favore della materialità.

Una fazione di atlantidesi, i figli di Belial, si impadronirono del continente riducendo gli altri in schiavitù e la società cominciò  frantumarsi. La catastrofe finale, diecimila anni fa, fu causata da sconvolgimenti geoogici, ma anche dall’abuso di tecnologia. Fu proprio questo abuso la causa del terremoto del secondo sconvolgimento e che fece eruttare i vulcani.

Atlantide, la ricostruzione di Edgar Cayce attraverso il trance – parte I

Edgar Cayce, di cui abbiamo già parlato, passò la vita tra la veglia e il trance, fin da giovane. Quando era in trance aveva la capacità di diagnosticare le cause delle malattie nelle persone e di dar loro la cura per guarire. Non si faceva pagare, ma chiedeva solamente un’offert, per questo divenne molto famoso.

Nel 1920 l’uomo, profondamente religioso, ma anche poco preparato culturalmente, cominciò a parlare di reincarnazione a seguito di letture “della vita” di un paziente. Quando faceva letture per guarire dalle malattie le chiamava terapeutiche, proprio per distinguerle.

Questo paziente raccontava di una vita in Atlantide e Cayce chiamava “entità” lo spirito di allora. Attraverso questa persona e il racconto della sua vita passata Cayce potè raccogliere informazioni su Atlantide.

Atlantide e il continente Mu, per lo scrittore Scott-Elliott

Le descrizioni più particolareggiate dei continenti perduti e delle persone sono state fatte dallo scrittore e teosofo W. Scott-Elliott, che ha scritto due cronistorie pubblicate nel 1896 e nel 1904. Elliott raccontò che gli atlantidesi vivevano in una società semi-totalitaria dominata da una classe che sapeva sfruttare una serie di prodigi tecnologici.

Viaggiavano a centosessanta chilometri orari, su aeronavi che andavano con un carburante chiamato vril, una sorta di forza vitale che agiva da propellente, in modo simile alla reazone che avrebbe ora un motore a reazione moderno. Elliott, nel suo libro “La storia di Atlantide” e “La Lemuria Perduta”, descrisse l’aspetto dei lemuri, molto più alti della media, con la pelle molto scura.

Nel suo scritto Elliott racconta di come abbia scoperto della fine di Lemuria, caduta sotto l’esplosione dei vulcani. Le persone perirono a causa del fumo, del fuoco e dei detriti e Atlantide fu sommersa da un’onda gigantesca. Con i suoi scritti si trovano care che spiegano la posizione dei continenti nel passato.

Atlantide e il continente Mu, una storia in comune

 Torniamo per un momento a parlare di Madame Blavatsky. La donna riteneva che i Lemuri erano la terza razza originaria del genere umano. Il loro continente occupava, in pratica, quasi tutto l’emisfero meridionale e, originariamente, eranoun popolo ermafrodita, avevano ciò entrambi gli organi riprodduttivi, sia femminili che maschili, e comunicavano solamente attraverso facoltà mentali.

Lemuria si inabissò milioni di anni fa, ma una parte del continente rimase in superficie, un piccolo sperone di terra, su cui continuarono a vivere i discendenti dei Lemuri, cioè la quarta razza umana: gli atlantidesi. Lo sperone era situato nell’Atlantico Settentrionale.

Anche questo però colò a picco circa 9000 anni fa, a quanto si dice a causa di un asteroide che colpì la terra e fece inabissare quell’ultima parte di continente visibile. I profughi atlantidesi scampati al disastro, secondo la Blavatsky, con le loro navicelle con cui erano in grado di percorrere grandi distanze, trovarono riparo in Asia Centrale.

Madame Blavatsky, Lemuri e Atlantidesi razze originarie del genere umano

Fin da piccola Elena Petrovna Hahn mostrò sempre un grandissimo interesse per il soprannaturale. Nei suoi giochi era sempre accompagnata da compagni invisibili che chiamava folletti. All’età di sedici anni si sposò per la prima volta, con Nikifor Blavatsky, un uono con il triplo dei suoi anni.

Il matrimonio durò molto poco, in seguito Elena si risposò altre sei volte, ma senza mai rinunciare al cognome del primo marito. Non aveva nemmeno vent’anni quando iniziò a giare il mondo, mantenendosi facendo mille lavori. Sbarcò in America nel 1870 e qui, con un parapiscologo, fondò la Società Teosofica (Parola composta da Dio e conoscenza).

L’obiettivo dichiarato della società era di studiare i misteri antichi e la natura delle persone vissute nel passato per trovare risposte ai grandi interrogativi. Divenne ben presto la guida spirituale di un movimento in grande espanzione.