La storia di alchimia e cabala – parte I

Alchimia e cabala sono due discipline occulte che hanno avuto lunghe e complicate storie. Gli studiosi che se ne occupavano dovevano combattere con persone che proponevano nuovi metodi per stregare, curare, fascinare e divinare. La gente comune utilizzava talismani e pozioni magiche, incensi di ogni genere per cercare di evocare e controllare gli spiriti.

Un intruglio che veniva paticolarmente utilizzato a questo scopo era un miscuglio di legno di sandalo rosso, mirra, zolfo, mele marce, feccia di vino e senico con cui tener lontani gli spiriti ostili. In un certo qual modo questa magia popolare venne anche utilizzata dai maghi professionisti e divenne parte dei rituali.

Avvenne però che anche la magia spicciola prendesse qualcosa dal vero sapere occulto. Tante sono le storie che narrano di come qualche “mago popolare” cercasse di rubare la conoscenza ai professionisti.

Fulcanelli, alchimista francese: un uomo misterioso

Fulcanelli nacque nel 1839, scomparve nel 1926 e fu visto l’ultima volta nel 1953. Il nome in realtà è uno pseudonimo per l’alchimista francese che scrisse due libri “Il mistero delle cattedrali” e “Le dimore filosofali”, con la prefazione del suo discepolo, Eugène Canseliet.

 Qualcuno dubita che lo stesso Canseliet fosse in realtà Fulcanelli, ma la vera identità dell’alchimista non è mai stata provata. Altri addirittura pensano che Fulcanelli sia il famosissimo Nicolas Flamel che, trovato finalmente l’elisir di lunga vita.

Si narra che Conseliet, grazie all’intervento di Fulcanelli sia stato in grado di trasformare cento grammi di piombo in oro, ma a detta del discepolo non riuscì mai ad arrivare alla Pietra Filosofale, cosa che si sa per certo abbia raggiunto Fuscanelli.

La pietra filosofale, tra storia e leggenda

Anche Heinrich Cornelius Agrippa era convinto dei suoi poteri e della sua esistenza, ma biasimava quegli alchimisti che passano la vita ad inseguire il sogno della pietra lasciando da parte tutto il resto. La maggior parte delle persone erano scettiche a riguardo, però quando la trasformazione avveniva otto i loro occhi increduli non potevano far altro che crederci.

Fu il caso di un professore dell’Università di Helmstadt, tal Martini, che dopo aver spiegato ai suoi allievi di come fosse impossibile la trasmutazione, dovette ricredersi quando un alchimisa convertì del piombo in oro sotto il suo sguardo.

Anche all’imperatore del Sacro Romano Impero, Ferdinando III capitò di utilizzare la pietra e trasformò due libbre e mezzo di mercurio in oro poi incredulo ripetè l’esperimento. Infine, per celebrare  l’avvenimento fece coniare una medaglia su cui fece incidere l’iscrizione: “Divina metaorfosi avvenuta a Praga, 15 gennaio 1648, testimoniata da Sua Maestà Imperiale Ferdinando III”.

Heinrich Cornelius Agrippa, mago del Rinascimento

Nel Medioevo il pensiero cabalistico e la magia ebbero gran peso all’interno delle società di quel tempo edin seguito al dilagare di queste teorie e pratiche, Cornelius Heinrich Agrippa, che visse in Germania tra il 1400 e il 1500, scrisse sui numeri e la loro consacrazione alle divinità dicendo che le creature celesti li temono e gli uomini tremano di fronte ad essi.

Scrisse un libro, che pubblicò molti anni dopo averlo scritto, intitolato “De occulta philosophia libri tres“, su cui continuò a lavorare per vent’anni. Non ci sono prove che sia stato perseguitato per il suo credere e praticare la magia, ma ebbe moltissima influenza su Giordano Bruno.

Oltre ad essere mago era moltissime altre cose tra cui medico, teologo, filosofo e alchimista e riteneva che la Pietra Filosofale esistesse e potesse, non soltanto trasformare in oro il piombo, ma curare da tutte le malattie e rendere la vita più lunga.