I greci si chiedevano costantemente cosa vi fosse nel mondo sotterraneo, uno dei loro miti raccontava del vano tentativo di Orfeo di riportare indietro dall’Ade la sua sposa Euridice. Omero immaginò che un giorno sarebbe stato possibile esplorare l’Ade e il filosofo Platone scriveva che nel sottosuolo ci sono gallierie larghe e strette con al centro un dio.
Gli egiziani asserivano che ci fosse un regno infernale sotterraneo e in seguito anche i cristiani ebbero il loro Inferno, descritto anche da Dante nella Divina Commedia. Non essendo la scienza a spiegare certi fenomeni, l’uomo sviluppò la superstizione. Quando poi gli studiosi cominciarono a fare chiarezza molti di questi miti vennero spiegati, ma il mondo sotterraneo non fu mai dimenticato.
Uno dei primi studiosi d occuparsi della Terra fu Edmund Hallet, osservatore che scoprì l’omonima cometa. Compiendo studi sui campi magnetici terrestri scoprì che non ve n’era uno solo e che in ogni caso cambiava nel tempo.
Questo gli fece pensare che all’interno della Terra esistessero altri lobi della grandezza di Mercurio, Venere e Marte e sostenne la sua teoria davanti alla Royal Society di Londra. L’uomo però era molto religioso e pensò che, come dio aveva popolato la Terra all’esterno doveva averlo fatto anche all’interno.
E per spiegare come potessero all’interno sopravvivere senza luce affermò che l’atmosfera interna era luminosa e l’aurora boreale fosse causata da una fuga di questa “essenza brillante” attraverso la crosta sottile del Polo Nord.
Continuarono con questa teoria Eulero, ma anche lo scozzese John Leslie che ipotizzò la presenza di due soli interni che chiamò Plutone e Proserpina, ma la persona che più catalizzò l’attenzione su questo argomento fu un americano, tale John Cleves Symmes, soldato di carriera, però anche appassionato di scienze naturali. Dopo aver combattuto ed essere uscito dall’esercito nel 1816 si stabilì a St. Louis e si dedicò alle scienze: era affascinato dalla formazione della Terra e cominciò ad elaborare una teoria(continua…)