L’uomo nel lontano passato è vissuto nelle caverne per moltissime generazioni e fin dall’inizio, con le incisioni rupestri, ha esplorato i profondi recessi della Terra e si è interrogato sui suoi misteri.
Un’idea lo ha assillato da sempre l’idea di una vita sotterranea. Come prima cosa c’è da considerare che nelle caverne vivevano gli animali feroci e l’ìuomo, per andare a ripararvici, doveva prima liberarsene. Per questo il buio e le profondità della Terra sono state associate alla morte, a Satana, ai draghi e a tutto ciò che è soprannaturale.
Quando poi la mente cominciò a svilupparsi, insieme alla coscienza, l’uomo cominciò a domandarsi sull’universo e il mondo sotterraneo cominciò ad esercitare un fascino pari quasi a quello provato verso il cielo.
Sono sempre esistiti miti sugli dei del cielo o che popolavano le vette delle montagne, ma allo stesso modo altri mettevano all’interno della Terra creature divine, ma ben poco benigne. Se è vero che al giorno d’oggi anche i recessi e le profondità sono state esplorate e quindi l’ignoto, come lo si pensava una volta, non esiste più, alcune superstizioni sono rimaste molto a lungo.
Qualcuno è arrivato ad ipotizzare un mondo sotterraneo popolato di creature viventi: rettili preistorici, giganti benigni, nani maligni. Il mondo sotto la superficie terrestre ha fatto parte di superstizione e credenze di molti popoli e religioni.
Ad esempio i Buddisti dell’Asia centrale raccontavano del regno di Agarta, un labirinto di passaggi sotterranei che si estendevano all’infinito e rifugio delle popolazioni dei continenti scomparsi. Agarta rappresentava un centro di crescita intellettuale.
Il capo di questo posto divenne il Signore del Mondo che “conosce le forze del mondo e legge nell’anima dell’umanità e nel grande libro del destino”. Per quanto riguarda un antico re Sumero, Gilgamesh, si narra che ebbe una lunga conversazione sugli Inferi con un compagno defunto (continua…)