I processi alle streghe e l’orrore di quel periodo ebbero un peso devastante sull’Europa e sulla sua economia, ma non tutti si erano fatti prendere dalla follia collettiva. Alcune persone, in verità solo i più coraggiosi e sani di mente, protestarono.
Uno di questi fu Friedrich von Spee, un gesuita tedesco che all’inizio del 1600 raccoglieva le ultime parole e confessioni dei poveracci che venivano condannati a morte per presunta stregoneria. Tutti quanti si professavano innocenti fino all’ultimo così il sacerdote giunse alla conclusione che in pratica nessuna fosse una strega.
Nel 1631 pubblicò un libro, intitolato “Cautio Criminalis“, nel quale condannava la tortura e domandava per gli imputati processi regolari con difensori, però non era facile nemmeno per lui che alla fine dovette pubblicare il suo libro in forma anonima.
Non fu il solo a scrivere contro la stregoneria, ci furono anche altri uomini che si opposero: Johan Weyer anche lui tedesco, Samuele di Cassini, un italiano; Alonzo Salasar de Frias, uno spagnolo; Gabriel Naude un francese.
Vi furono anche Robert Calef in Inghilterra e Balthasar Bekker nei Paesi Bassi. Un altro tedesco, Hermann Loher, grande oppositore, ebbe la fortuna di lavorare al tribunale di Rheinbach a Bonn come funzionario. Fu testimone delle due grandi ondate di persecuzione del 1631 e del 1636.
A quei tempi ogni famiglia aveva perso almeno una persona. Loher si convinse che la maggior parte dei condannati era innocente e cercò di contrastare le decisioni del tribunale. Facendolo però mise in pericolo la sua vita e quella dei familiari così che dovette fuggire ad Amsterdam dopo aver venduto tutte le sue proprietà.
Circa quattro decenni dopo pubblicò un libro nel quale descriveva i comportamenti inqualificabili dei giudici e dove fece un paragone e parallelo tra i primi martiri cristiani e queste donne, e uomini, accusati di stregoneria. Questi ultimi si trovavano in una situazione ben peggiore (continua)…
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