Lo Stanley Hotel è forse uno dei luoghi più infestati del mondo. Un albergo che gode di ottima fama per quel che concerne il soprannaturale e non solo perché Stephen King vi si è ispirato per scrivere quel capolavoro che è Shining.
Stephen King ne sancì il successo
Lo scrittore vi soggiornò nell’ottobre del 1974 per una notte. L’albergo era in chiusura e loro erano gli unici ospiti di questa imponente costruzione del Colorado. Fu particolare per King cenare con tutte le sedie girate sui tavoli e vivere l’atmosfera del luogo come se fosse, e in quel momento lo era, effettivamente disabitato. Ha raccontato lui stesso di aver sognato che quella notte suo figlio era inseguito attraverso i corridoi dell’hotel da una manichetta antincendio. Da lì nacque Shining e anche la fama dello Stanley Hoterl come il “The Shining Hotel”.
Ciò che è divertente e allo stesso tempo inquietante è che lo Stanley Hotel già godeva da solo di una particolare storia. L’inventore e imprenditore Freelan Oscar Stanley finì la sua costruzione nel 1909. Una scelta quella di costruire lì perché innamoratosi della zona e perché secondo il suo medico vivere l’estate in loco avrebbe potuto migliorare la sua tubercolosi. Si racconta che il conte di Dunraven dal quale comprò il terreno sia apparso diverse volte nella stanza 407 e che la sua faccia sia spesso visibile dalla finestra della camera.
Stanley Hotel luogo da brivido
Numerosi elementi dello Stanley Hotel sono ancora quelli originali e il vizio di accettare solo clientela selezionata anche a discapito del guadagno porò l’albergo a divenire così di élite da ospitare personaggi pubblici come Theodore Roosevelt e l‘Imperatore del Giappone Hirohito. Quando Stephen King vi soggiornò l’hotel era in uno dei suoi periodi più bui: destino che cambiò proprio grazie al libro dell’autore e al film di Stanley Kubrick.
La stanza dove dormì lo scrittore, la 217, è una di quelle dalla storia esoterica più interessante. Si racconta infatti che nel 1917, la capo governante Elizabeth Wilson, accendendo una lanterna rimase vittima di una esplosione che la scaraventò al piano di sotto. Lei sopravvisse ma da quando venne risistemata, molti clienti raccontarono di avere avuto particolari esperienze.
Tra di essi anche l’attore Jim Carrey che volle soggiornarvi mentre lavorava sul set di “Scemo più scemo”. A quanto pare volle cambiarla dopo solo tre ore e raccontò un membro dello staff dello Stanley che “cosa gli sia successo in quella stanza, non è dato sapersi. Non parlò mai della cosa.” Per gli esperti di paranormale però quella più infestata sarebbe la 401, dove si incontrerebbe il “ladro fantasma” che spesso e volentieri non si farebbe problemi a rubare oggetti agli ospiti.