Il Seiór letteralmente significa ‘fermento’ o ‘bollente’ e ha molto in comune con lo sciamanesimo e con altre forme di magia primitiva, per meglio dire, esso è un adattamento delle pratiche sciamaniche, che sono state create per adattarsi alla cultura e ai tempi, in cui la società primitiva si è evoluta scoprendo la religione, l’agricoltura e la metallurgia, quindi una pratica magica arcaica.
E’ bene precisare che il Seidhr (così chiamato in italiano) non è una pratica religiosa, ma semplicemente, come abbiamo già detto una pratica magica, e come ogni pratica magica è nata per uno scopo. Lo scopo del Seidhr, a detta dei numerosi miti che esistono intorno ad esso, è quello di donare la conoscenza occulta, di affrontare quindi problemi di qualunque genere con la magia e con le particolari tecniche che il Seid comprende.
I miti raccontano che questa pratica è di origine Vanir e fu insegnata da Freya e da Odino, buona parte dei rituali veniva praticata da delle sacerdotesse, da qui proviene il nome “seiòkona” cioè donna che usa il Seiòr, questo ha portato a pensare che questo tipo di magia dovesse essere praticata solo da donne perchè delle molte tecniche rituali utilizzate avevano ingredienti che possedevano solo le donne e che gli atteggiamenti rituali fossero cosi effeminati che gli uomini che li eseguivano rimanevano abbastanza scandalizzati e vergognati da loro stessi. A proposito di questo un mito narra che nella Lokasenna, Loki venne accusato dagli altri dei di praticare il Seiòr e quindi di tenere atteggiamenti effeminati, Loki a suo dire fece notare che anche Odino in molte occasioni si era accostato al Seiòr.
In verità il Seiòr non distingue tra magia buona e cattiva ne tanto meno tra magia femminile e maschile, infatti buona parte della magia Seiòr si basa sulla comunicazione con gli spiriti, essa permetteva di prevedere il futuro, ma anche di dispensare morte, sventura e malattia, con la pratica del Seiðr era infatti possibile privare un individuo della sua forza e della sua intelligenza per trasmetterle a qualcun altro.