Dopo Muldoon e Carrington, come dicevo, un altro viaggiatore astrale che fu piuttosto popolare fu Robert Monroe. Era un uomo d’affari americano, un ex pubblicitario che all’età di quarantatre anni ebbe la sua prima esperienza extracorporea.
Monroe era una persona normale: aveva studiato in un college americano, si era sposato, aveva dei figli. Era insomma un uomo come tanti, quadrato, come si usa dire e senza vizi o strani comportamenti. Il tipico uomo americano ben integrato nella società.
L’unica cosa che poteva essere definita “strana” che faceva era provare tutte le tecniche che sostenevano di poter fare imparare durante il sonno. Le sperimentava. In genere i suoi esperimenti consistevano nell’ascoltare nastri e conferenze mentre dormiva.
Monroe si convinse che fossero proprio queste tecniche ad aver avuto l’effetto su di lui di farlo uscire dal corpo e fare quell’esperienza sensoriale che poi descrisse. Gli capitò di sentirsi strano per la prima volta una domenica mattina appena dopo alzato.
Ebbe un dolore che dal diaframma si propagò per tutta la cassa toracica, pensò si trattasse di un’intossicazione alimentare, ma nessun altro della sua famiglia ne aveva i sintomi.
Il dolore lo accompagnò fino alla mezzanotte quando si addormentò sfinito. Il mattino dopo, al risveglio, non aveva più niente, a parte un certo indolenzimento. Di nuovo gli capitò tre domeniche dopo.
Stavolta era seduto sul divano di casa quando vide una specie di raggio colpirlo. Veniva dal cielo ed era luminoso, gli colpì il corpo facendolo vibrare violentemente e Monroe si ritrovò nell’impossibilità di muoversi.
a vibrazione durò qualche secondo e poi svanì, ma per le sei settimane successive l’uomo ne fu effetto ben nove volte. Gli succedeva sempre quando era sdraiato, riposava o dormiva. Appena riusciva a mettersi seduto la sensazione spariva.
Le vibrazioni sembravano svilupparsi ad anello di scintille che si spostavano da un asse preciso del corpo. Andava dalla testa ad i piedi e viceversa. (continua)