Oggi torniamo a parlare di Rennes-le-Château. Andiamo avanti nel tempo, più esattamente al 1 giugno del 1885, quando l’abate François Bérenger Saunière venne nominato parroco del paese.
A Saunière venne anche affidato il compito di restaurare la chiesa del paese, ma il comune, non possedendo i denari sufficienti per i lavori di restauro disse al parroco di arrangiarsi a trovare gli altri soldi.
Una cospicua donazione venne fatta dalla marchesa di Chambort, che diede la somma di 3000 franchi oro; il comune sostenne il parroco con 1400 franchi oro e lo stesso Saunière ne anticipa 518 di tasca propria.
Dopo ben sei anni dall’inizio dei lavori, il restauro è ancora lontano dall’essere completato. Un giorno, accadde qualcosa di assurdo: alcuni operai, durante dei lavori di scavo sotto la chiesa, trovarono una cassa piena di monete d’oro, probabilmente Scudi d’oro di San Luigi.
Saunière, spiegò loro che quelle non erano altro che medagliette di Lourdes, oggetti di poco valore. Dopo questo ritrovamento, Saunière mandò in dono al reverendo Grassaud, curato d’Amélie les Bains, un calice in argento dorato con inciso: “Ecce Panis Angelorum Factus Cibus Viatorum”, inoltre alla base del calice c’erano i simboli dei quattro EvanAntoine Gélis ti e, più in alto,la raffigurazione di Gesù, S. Giuseppe e di un’altra immagine di una donna.
Nel 1891 la chiesa ottenne dal comune il consenso di utilizzare il terreno di fronte la chiesa per la realizzazione di una grotta, nella quale costruì un calvario dove fece aggiungere questa incisione: “Christus a.o.m.p.s. defendit” e nella incisione molti vogliono vedere il marchio e motto del Priorato di Sion: “Christus Antiquus Ordo Misticusque Prioratus Sionus Defendit”, ossia: “Cristo difende l’antico ordine mistico del priorato di Sion”.
Tuttavia, la sigla potrebbe anche riferirsi ad un’altra frase: “Christus Ab Omni Malo Popolum Suam Defendit”, “Che Cristo protegga il suo popolo da ogni male”.
Alcuni giorni dopo il ritrovamento il campanaro di Saunière, spostando una colonna del proprio altare, rinvenne, delle pergamene contenute in una boccetta. Saunière, appena informato del fatto, spiegò al campanaro che erano solamente reliquie. In maniera segreta, Saunière cominciò a studiarle e scoprì che le pergamene firmate da Bianca di Castiglia, contenevano il brano del vangelo di San Giovanni in cui si narra di quando Gesù fu ricevuto a Betania da Lazzaro (Betania è anche il nome che Saunière sceglie per la propria villa) e Maria gli unge i piedi con l’unguento e glieli asciuga con i capelli (Giovanni, XII, 1-11); un condensato codificato dei versetti di Marco (II, 23-28), Matteo (XII, 1-8) e Luca (VI, 1-5); un albero genealogico della discendenza sconosciuta di Dagoberto II il Giovane, re dei franchi, relegato in un monastero alla morte del padre Sigeberto III d’Austria ed eletto re nel 676, discendenza che va dal 681 al 1244 e dal 1200 al 1644 (quest’ultimo era anche allegato al testamento redatto nel 1644).
fonte Daltramontoallalba