Oggi torneremo a parlare di figure mitologiche del passato, conosciute a tutti, o quasi per la loro storia e gesta.
MINOTAURO
Era un mostruoso essere nato per la punizione divina che Poseidone volle dare a Minosse. Minosse re di Creta, aveva chiesto al dio una vittima sacrificale da immolargli, allora Poseidone fece uscire dal mare un bellissimo toro bianco e Minosse vedendo la bellezza dell’animale volle tenerlo per se e al dio sacrificò un’altro toro delle sue stalle, allora Poseidone irato fece innamorare Pasifae del toro da lui inviato.
MINOTAURO
La donna carica di desiderio incaricò Dedalo di inventare qualcosa per potere soddisfare le sue brame. Allora Dedalo costruì una vacca di legno montata su ruote, con l’interno cavo e ricoperta da una pelle bovina, la collocò nel prato dove il toro era solito pascolare, e Pasifae vi entrò dentro. Quando il toro le si avvicinò, la montò, come fosse una mucca vera. Pasifae partorì Asterio, chiamato Minotauro, era un essere con la testa di toro e il corpo di uomo. Minosse, lo tenne chiuso nel labirinto, una costruzione progettata da Dedalo, che con i suoi meandri aggrovigliati impediva di trovare l’uscita. Venne ucciso da Teseo con l’aiuto di Arianna.
ORTRO
Era un cane dalle due teste, figlio di Tifone e di Echidna. Custode delle mandrie di Gerione, fu ucciso da Eracle.
PANI
Erano i dodici figli di Pan ed erano identici a lui (peloso corpo umano e dalla vita in giù dall’aspetto caprino), i loro nomi erano: Aiogocoro (nutrito dalle capre), Argennò (bianco lucente), Celeneo (nero), Eugeneio (barbabella), Dafoineo (sanguinario), Omestèr (mangia carne), Filamno (ama agnelli), Fobo (paura), Glauco (bluastro), Xanto (rosso-biondo) e Argo (bianco) questi ultimi quattro non vanno confusi con altre omonomie della mitologia. Si narra anche di altri due Pani che erano figli di Ermes e di due Ninfe. Questi erano: Agreo (cacciatore) e Nomio (pastore), questo lo ebbe dal molto discusso tradimento di Penelope.
PEGASO
Era un cavallo alato nato dal sangue di Medusa, uccisa da Perseo. Portava sul mondo i lampi e i tuoni di Zeus finché venne domato da Bellerofonte che, cavalcandolo, uccise la Chimera e lottò contro le Amazzoni. Quando volle farsi trasportare fino all’Olimpo, il cavallo lo disarcionò e dopo la morte di Bellerofonte, Pegaso scese sull’Elicona e, mentre le Muse cantavano, batté lo zoccolo sul monte producendo una fessura dalla quale sgorgò una fonte le cui acque donavano l’estro poetico.