Frederick Bligh Bond era magro, portava gli occhiali e venne incaricato di scavare tra le rovine dell’abbazia di Saint Mary a Glastonbury, in Inghilterra Meridionale. L’uomo era uno dei maggiori esperti inglesi di architettura religiosa medioevale.
Questa abbazia era un luogo di culto pre-cristiano e si diceva che qui fossero sepolti re Artù e la regina Ginevra. Era popolato da centinaia di monaci e migliaia di lavoratori, ma fu abbandonata nel 1500, durante il regno di Enrico VIII.
Bond si interessava all’abbazia, considerata da molti uno dei più affascinanti enigmi archeologici, da molti anni. Per capire meglio la situazione bisogna però anche dire che l’uomo si interessava di fenomeni paranormali fin da quando era bambino e queste informazioni completano il quadro.
Bond, con un amico, il capitano John Bartlett, un veggente dilettante provò a fare un esperimento e chiese se fossero presenti delle entità nel sito archeologico. La prima domanda che fece a queste entità fu se potevano dirgli qualcosa dell’abbazia ed ottenne una risposta affermativa.
Centinaia di spiriti di monaci, ma anche di lavoratori e artigiani, morti da tempo, diedero descrizioni molto dettagliate della costruzione originale dell’abbazia ed indicarono anche la posizione della cappella orientale.
Appena si mise all’opera Bond fu incitato dalle autorità religiose e dai curiosi a dire qualcosa di interessante così decise di scavare dove gli era stato indicato e trovò effettivamente la cappella.
Continuando a comunicare con le anime invisibili riuscì a scoprire e riportare alla luce il refettorio, il dormitorio dei monaci, il forno per la cottura della ceramica e la cucina. Bond per anni non disse a nessuno di come veniva a conoscenza di queste informazioni.
Solo nel 1918 pubblicò un libro, The Gate of Remembrance, nel quale raccontava in modo molto particolareggiato delle conversazioni avute con i suoi “informatori” morti da secoli. Le reazioni furono negative e ostili e i ministri del culto ridussero il budget per le ricerche. Poco dopo a Bond fu addirittura vietato di recarsi al sito e infine interruppero i lavori di scavo che non furono più ripresi.