Dopo esserci occupati dell’invocazione al Dio Pan, vediamo invece l’inno e il canto a lui dedicati. Ricordiamo che su questo dio sono tantissime le leggende che si sono avvicendate nei secoli: quella più perfida, vorrebbe il Dio Pan abbandonato dalla madre Penelope che, appena lo ha messo al mondo, si è impaurita per quanto era brutto e ha deciso di non volerlo più vedere. In effetti le sembianze di questo dio, metà uomo e metà animale, non sono troppo belle. Ma ecco l’inno a Pan e il canto a lui dedicato.
Inno a Pan
La ciotola in quercia, il vaso ben cotto
il miele dorato dell’ape regina
il latte di vacca e il vino di Grecia
il grano dorato di prima mattina.
A te questi doni, o grande Pan,
Re caprino dell’Arcadia divina.
Teste cornute e zoccoli pronti
Fauni inseguono ninfe fuggenti,
nelle terre e valli d’Arcadia
Fauni incalzano con ritmi frementi
a noi questi doni, o grande Pan,
Dio caprino delle estasi ardenti.
Vieni, o grande Pan, consacra
l’ape regina e il grano dorato
le ilari ninfe festanti
la vacca da latte e il vino ambrato.
In terra e valli d’Arcadia,
Dio caprino, fertilità hai portato.
Canto di Pan
Cantai delle stelle danzanti,
cantai della dedalea Terra,
e dei Cieli, delle titaniche guerre,
d’Amore e Morte, e Nascita.
E allora modulai i miei flauti,
cantando…
Dèi e uomini, tutti siamo così avvinti!
Irrompe nei nostri petti e sanguiniamo.
Tutti hanno pianto, così come noi ora dovremmo,
se l’invidia e l’età non hanno gelato il sangue,
al lamento dei miei dolci flauti.