Felice Ferragosto a tutti voi miei carissimi lettori. Probabilmente oggi non sarete in molti a leggere questo articolo, presi come siete a rilassarvi al mare e a crogiolarvi al sole; ma per chi fosse curioso di sapere il perché si festeggia questo giorno, questo è il momento adatto per farlo.
Le versioni riguardanti il motivo di questa festa, sono tante e diverse in tutto il mondo , modificate a seconda del periodo in cui si viveva, ma partiamo dalle origini italiane per il quale questa festa si festeggia.
Nella Roma pagana, il ferragosto, che al tempo veniva chiamato con il termine “feriae agusti” che significava appunto “riposo di agosto”, veniva celebrato alla fine dei lavori agricoli, quindi per festeggiare il momento di relax dopo la fine del raccolto. Il culmine dei festeggiamenti si raggiungeva il 13 agosto, giorno in cui si festeggiava nel nome della Dea Diana, dea della fertilità, della caccia e protettrice dei boschi.
Con l’arrivo della Chiesa a Roma, la Dea Diana venne vestita con gli abiti della Madonna, permettendo, si, ai pagani di continuare i loro rituali di ringraziamento alla terra, ma celebrando la Dea “sotto falso nome”. Di fatti oggi, si celebra l’assunzione di Maria al cielo, ossia il dogma secondo cui la madre di Gesù, subito dopo la morte, venne accolta in Paradiso con l’anima e il corpo. Dogma sancito dalla chiesa Vaticana poiché nelle sacre scritture non vi é traccia dell’assunzione di Maria in cielo, il dogma infatti fu dichiarato formalmente da papa Pio XII solo nel 1950.
Ora vi starete chiedendo, cosa c’entra, allora, la Madonna o la fine del raccolto, con l’usanza di accendere le lanterne e farle scivolare in mare o farle volare nel cielo, beh di certo non è di origine italiana, l’abbiamo “rubata” da un paese che ai nostri occhi è avvolto da un alone di mistero e spiritualità: il Giappone.
Tra il 13 e il 16 agosto, in Giappone, si festeggia L’Obon o Bon, conosciuta come “Festa delle Lanterne”; essa è un’antica festività buddhista, nata per commemorare i defunti.
La leggenda narra di un monaco buddista di nome Shaka, che aveva il dono di avere visioni. Un giorno di agosto, ebbe una visione della propria madre defunta, che si lamentava per la fame, quindi per placare la sua sofferenza, il monaco penso di mettere sull’altarino dedicato a lei, una ciotola di riso, del saké e una lanterna affichè lei potesse trovare la strada. Da allora il racconto venne tramandato nei monasteri, e alla fine si trasformò in leggenda creando il culto dedicato ai defunti, in quel giorno.