Zeus è uno degli dei simbolo della religione greca: re, capo, sovrano degli dèi, il capo dell’Olimpo, il dio del cielo e del tuono. Insomma non sorprende che proprio a Zeus siano state rivolte invocazioni e preghiere, tutte mirate a rendere onore a colui che ancora oggi è considerato il dio simbolo della cultura greca.
Ecco quindi gli onori a Zeus, tramandati dal filosofo e teologo greco antico Porfirio (Sui simulacri).
► LA LEGGENDA GRECA DI NARCISO ED ECO
Zeus nacque primo, Zeus ultimo, candida folgore,
Zeus testa, Zeus centro, da Zeus sono tutte le cose.
Zeus nacque maschio, Zeus fu fanciulla immortale,
Zeus fondamento della Terra e del Cielo Stellato,
Zeus re, Zeus, lui solo, prima origine di tutto.
Unica forza, unico daimon nacque, duce grande di tutte le cose,
unico corpo regale, in cui tutte le cose di qui si volgono
fuoco, acqua, terra, etere, notte e giorno,
e Metis, primo genitore, ed Eros che tanto diletta.
Sì, tutte le cose di qui si trovano nel grande corpo di Zeus.
La sua testa e il suo bel volto, a vedersi,
è il cielo luminoso, e intorno gli fluttuano
Bellissime chiome d’oro di astri brillanti.
Di qua, di là, due aurei corni di toro:
alba e tramonto, vie degli Dei celesti.
Gli occhi: il Sole, e, contro la Luna.
La sua mente senza inganno, sovrana, è l’etere imperituro,
con cui ogni cosa egli ode e pensa, né voce
c’è o grido o rumore o suonο
che sfugga alle orecchie di Zeus, il possente figlio di Chrono.
Così ha la testa immortale e il pensiero.
E il suo corpo radioso, illimitato, incrollabile,
poderoso, forte di membra, possente è così:
le spalle e il petto e l’ampio dorso del dio
è l’aria vasta forza; e gli spuntavano l’ali,
con cui vola sopra tutte le cose; e gli è sacro ventre
la Terra, madre di tutto, e le cime erte dei monti.
A mezzo gli fa da cintura il flutto del mare dal cupo rumore,
e del pelago. L’estrema base sono le fonde radici del suolo
e il mucido Tartaro e gli ultimi confini della Terra.
Tutte le cose nascoste, e di nuovo dal suo cuore
doveva portarle fuori alla luce gioiosa, compiendo il prodigio.