Il saggio Odino era uno sciamano, un guaritore, unos tregone e anche ricercatore di dottrine esoteriche. Alcune leggende narrano che una volta diede un occhio solo per bere alla fonte della saggezza.
Un’altra volta si appese, sempre secondo quanto si narra, al frassino di Yggdrasil, che si estende verso il l’universo scandivano, dal paradiso all’inferno e vi si dimenò per nove giorni, fino a che cade in trance e vice Niflheim, l’aldilà scandinavo e imparò la scrittura runica.
Alla fine rinunciò alla vita in cambio del sapere e poi rinacque più saggio di tutte le creature. La morte e la rinascita sono considerate il destino di tutti gli sciamani, fungono da tramite tra questo mondo e l’altro.
Il saggio deve giungere dove mai nessun altro uomo è stato proprio per dimostrare la sua condizione di essere superiore, solo dopo aver superato la prova avrà assorbito quei poteri sovrumani come la capacità di guarire le malattie, predire il futuro, controllare gli agenti atmosferici e assicurare la caccia.
Chi possedeva questi poteri mistici in genre riceveva una chiamata che era rappresentata da una malattia o cadeva in trance o cambiava improssisamente comportamento. I membri della tribù riconoscevano questi segni e facevano in modo che l’iniziato si preparasse ad una morte rituale.
Durante questa cerimonia l’anima del neofita fa il suo primo viaggio nel’aldilà. Nella maggior parte delle culture sciamaniche il mondo dei morti si suddivide in tre regni: uno al centro della terra, uno appena sotto il suolo, altro nel cielo.
La pace e la prosperità abbondano nel regno al centro della Terra, che è il più profondo. Nel regno poco profondo invecce si trovano fame e povertà, disperazione. Il futuro sciamano viaggia percorrendo una spirale cosmica, o “albero della vita“, comune a molte religioni. In corrispondenza delle radici dell’albero si trova l’aldila.