Oggi siamo arrivati al terzo appuntamento della storia della stregoneria. Se prima di Federico II la stregoneria era passibile di scomunica, dopo qualche tempo, questa venne condannata in maniera più terrificante, attraverso la pubblica umiliazione, patiboli e roghi.
Innocenzo IV promulgò la bolla, assieme al tribunale dell’Inquisizione, Ad Extirpanda che introdusse nella storia l’uso di della tortura. I più spietati e famosi inquisitori furono Pierre de Lancre, Nicholas Eymerich e Torquemada.
Nel 1300, tutti coloro che avevano rapporti con il demonio, che avevano la conoscenza della magia, l’invocazioni di spiriti, la lettura di formule e il danzare attorno ad un cerchio erano considerate pratiche eretiche. Il 22 agosto del 1320 il Papa diede ordine a tutti gli inquisitori di Tolosa e Carcassone di intervenire su coloro che svolgevano dei rituali di magia.
Nel 1374 Gregorio XI inviò una lettera all’inquisitore francese Giacomo de Moreria, dove gli chiedeva di provvedere in maniera definitiva, contro tutti coloro che avevano fatto patti con il demonio. Dal 1330 sino al 1420 in Europa vennero pubblicati tredici trattati sulla stregoneria, nella quali venivano trattati dei temi come il volo, il Sabba e la metamorfosi.
Durante gli anni a seguire i trattati divennero ventotto, e due inquisitori Kramer e Sprenger fecero un volume sulla stregoneria, il Malleus malleficarum (martello delle streghe). Iniziò in quel periodo la persecuzione, in cui venivano uccise anche le persone con epilessia, chi conosceva le erbe, chi leggeva e così via.
Ecco l’Era dei Roghi. L’apertura ufficiale ci fu nel 1484, il cinque dicembre, ed Innocenzo VIII promulga la bolla papale Summis Desiderantes Affectibus, e incarica i domenicani di fare delle indagini approfondite e concludere i processi.
Nel 1487 Gutenberg fece le prime copie del Malleus malleficarum, che arrivò nel 1669 alla bellezza di circa 35mila copie.
Domani continueremo con la storia della stregoneria, per poi passare al Malleus Malleficarum.