Il mistero che avvolge il Colosseo

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 Meta di milioni di turisti provenienti da tutto il mondo, il Colosseo è una delle sette meraviglie del pianeta, ma come tutte le bellissime strutture costruite in antichità, intorno a loro viene avvolto un filo di mistero, che cela qualcosa di nascosto e oscuro.

Il Colosseo era ritenuto nel medioevo una delle nove porte dell’inferno, si pensava infatti che le anime dei gladiatori trucidati sull’arena vagassero, poi di notte fra gli archi, ma sopratutto, nei sotterranei, incapaci di trovare il riposo eterno. Ora uno potrebbe benissimo pensare che sia una leggenda, per aumentare i turisti che amano le storie dell’orrore, ma ci sono fatti concreti che dicono il contrario.

Inizialmente vi erano due porte per l’arena, una chiamata la “Triumphalis”, all’estremo nord-ovest, da cui entravano in scena i gladiatori e gli animali, e la seconda a sud- est, quella più famosa chiamata “Libitinensis”, consacrata alla Dea Libitina che presiedeva al passaggio all’aldilà. Oltre quest’ultima porta c’era lo “Spoliarium” dove venivano trascinati a braccia i gladiatori morti o moribondi, per essere spogliati dalle vesti e dalle armature, a tutto questo provvedevano, solitamente, tre schiavi in costume da Caronte, il mitologico barcaiolo che accompagnava i morti agli Inferi. Il sangue dei gladiatori veniva poi venduto per essere usato contro il malocchio o per propiziare i riti di magia evocativa.

Premettiamo che a quell’epoca, si credeva molto alla stregoneria e sopratutto si credeva che gli spiriti che avevano subito una morte violenta vagassero nel luogo dove avevano vissuto gli ultimi istanti di vita. In quel periodo c’erano, anche, bande di briganti che saccheggiavano e uccidevano viandanti, monaci, pellegrini e tutte le persone che erano d’intralcio, per poi seppellirli sotto la sabbia dell’arena, si dice anche che molti venivano seppelliti ancora vivi. Ora immaginate, quindi, secondo la gente che viveva lì vicino, quanti spettri circolassero nel Colosseo.

Nel 500, invece, il Colosseo divenne il ritrovo di prostitute, streghe potentissime e negromanti, nell’erba crescevano numerose erbe magiche , i cui semi si diceva, venivano da lontano e misterioso Oriente. Secondo un’altra leggenda a quel tempo il Colosseo era anche una sorta di tempio di Belzebù, un potente demone, con i suoi vari adepti che gli ponevano la domanda in latino “Colis eum?” cioè “Adori Lui?” riferito a Satana, da qui la parola Coliseum.

Lo stesso Benvenuto Cellini, nel 1532,(1500-1571) fece rivolgere da un monaco siciliano una lunga invocazione agli spiriti demoniaci che albergavano nell’anfiteatro perché gli restituissero l’amata, la bella Angelica, appena defunta. Il monaco l’aiutò, ma fece anche molto peggio, invocò un esercito di spiriti maligni che invasero tutto il Colosseo appunto come scrisse Cellini nella sua auto-biografia, “durò questa cosa più d’una ora e mezzo”. Migliaia di morti si sarebbero risvegliati dalla tomba, a detta del Cellini. Ancora oggi le orecchie più sensibili giurano di sentire le invocazioni lamentose e lo sferragliare delle armature.

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