Non sempre la storia che viene insegnata sui libri della letteratura “ufficiale” coincide con le reali scoperte archeologiche.
Spesso negli strati geologici risalenti a decine di milioni di anni fa vengono ritrovati segni ed utensili tecnologicamente incompatibili con le conoscenze teoriche di una determinata civiltà.
Prendiamo in considerazione i ritrovamenti come le Stonehenge (pietra sospesa, da stone = pietra ed henge che deriva da hang = sospendere), le Piramidi (deriva dal termine egizio per-em-us alla lettera “ciò che va su”) e infine le Linee di Nazca (cioè dei geoglifi, linee tracciate sul terreno del Deserto di Nazca che creavano giganteschi disegni, per geoglifo si intende un disegno sul terreno.
Sembra che queste linee abbiano formato più di 800 disegni, e sono sempre stati considerati inspiegabili sia nella tecnica costruttiva sia per il loro significato. Questi ritrovamenti sono stati denominati come O.O.PART (termine che deriva dall’acronimo inglese Out of Place Artifacts cioè reperti o manufatti fuori posto). Questa tipologia di ritrovamenti è nata un particolare ramo dell’ archeologia denominata Archeologia Misteriosa o Pseudo Archeologia.
Questa tipologia di studio è stata utilizzata in tutti quei casi in cui non si è mai potuta dare una risposta plausibile ai ritrovamenti.