Nello scorso post abbiamo iniziato il viaggio guidato attraverso la runa Berkana; come in ogni meditazione c’è il lato di luce e il lato oscuro, dobbiamo affrontare la pace, la paura, la lotta per la sopravvivenza, le insidie che si celano nella natura e sopratutto nelle acque, che altro non sono che il nostro inconscio. Ma mando alle ciance e continuiamo il viaggio…
Raggiungete la gobba verde, accovacciatevi e toccatela. Il muschio si stacca piano, e scopre un manico di legno, con delle macchie di ruggine, scavate ancora un po’ la torba, e vedrete che si tratta di una pala. Prendetela in mano, ma l’erba melmosa della palude l’ha resa scivolosa, e verrà inghiottita subito dalle acque putride. Guardate dentro le acque, per vedere se potete recuperarla, ma invece di ritrovare la vostra pala, nelle acque si muove un bastone alto, ricoperto di erba delle acque della palude. Galleggia e lentamente avanza verso di voi, osservate bene, il bastone ha una biforcazione, avvicinatevi ancora di più, le acque nere non vi riescono a farvi capire cos’è realmente. Ora che siete più vicini, capite che non è un bastone ma ha la forma di un uomo alto, dalle lunghe gambe. E’ una donna.
Levatevi in piedi, e restate in fermi ed in silenzio per un attimo, osservate i movimenti delle dea nascosta nelle acque, sperando che abbia un animo buono. Il terreno sotto i vostri piedi sta cedendo, e voi state sprofondando nelle acque della palude. Pare che la dea vi voglia nel suo grembo, che sarà presto la vostra tomba. Cercate di lottare, ma liberarvi vi è impossibile, la dea vi tiene stretto e vi tira giù sempre di più, ma la sensazione che provate è davvero strana, calma e pace si insinua dentro di voi, e vi lasciate affondare nelle profondità delle acque. La morte ormai si è insinuata in voi, o forse c’è ancora speranza… Lo scopriremo nella terza parte di questo articolo