Tempo fa ho parlato degli avvistamenti a Exeter. Alcuni agenti di polizia avevano avuto modo di vederlo e seguirlo. L’episodio fu poi chiamato “l’incidente di Exeter“, ma la risposta che diede il Governo non soddisfò mai nessuno.
I poliziotti non erano stati gli unici a vedere il disco volante. Molti erano i testimoni e Raymond E. Fowler volontario del NICAP stese una relazione di 18 pagine. L’aeronautica militare la notte dell’avvistamento aveva in cielo alcuni caccia pare all’inseguimento del mezzo alieno, ma vi fu una solene smentita.
C’erano però prove che l’aeronautica fosse interessata all’incidente e ufficiali furono visti aggirarsi nei dintorni del luogo dell’avvistamento. John Fuller pubblicò un libro che parlava di questo incidente e alcuni cercarono di nuovo di capire cosa potesse essere successo.
Tra tutti gli avidi lettori del libro di Fuller, intitolato appunto “L’incidente a Exeter” c’era Philip J. Klass, un ingegnere elettrotecnico che vide neggli accadimenti un fatto particolare, un fenomeno dovuto ad un forte campo elettrico.
Klass voleva dimostrare che ciò che le persone avevano visto non era altro che un lampo globulare, un esempio di ciò che viene anche chiamato plasma e cioè un campo elettrico molto intenso che causa un ammasso di gas ionizzato.
I lampi globulari però in genere si verificavano all’avvicinarsi di temporali mentre ad Exeter non era accaduto niente di simile, inoltre ciò che era stato avvistato si era mantenuto visibile più a lungo di quanto succedeva al plasma ed erano più grandi.
Klauss continuò a sostenere che si trattava di plasma e non di astronavi aliene. Affermava che nei pressi dei presunti avvistamenti c’erano cavi ad alta tensione che producono il plasma per effetto dell’elettricità statica.
Per sostenere le sue convinzioni Klass prese in esame 746 casi di avvistamenti documentati dal NICAP e scoprì che praticamente tutti gli UFO mostravano le caratteristiche del plasma per quanto riguardava colore, forma, movimento, crepitio (continua)