Oggi voglio parlarvi di un argomento molto interessante: Le Pietre di Ica. Cosa sono? Sono delle pietre di andesite con riportate una serie di incisioni che riportano rappresentazioni di tecnologia avanzata e dinosauri.
Questa scoperta avvenuta oltre 40 anni fa potrebbe comportare un cambiamento enorme e significativo nella storia del mondo e potrebbe riscrivere la storia dell’uomo sul pianeta Terra.
Le pietre tracciano una storia di una umanità vissuta 65 milioni di anni fa. Ica è una località del Perù, non lontano dagli Altipiani di Nazca, sui quali sono state rinvenute le piste figurate che potevano essere utilizzate dagli extraterrestri, e da Machu Picchu.
Il deserto di Ocucaje, in Perù, è un territorio arido e sabbioso posto ai piedi della catena delle Ande, e non lontano da Paracas, località nota per il suo “candelabro di sabbia”.
In questa zona, nel 1961, furono effettuati degli scavi mediante l’utilizzo di numerose ruspe, per la costruzione di una cisterna per la raccolta di acqua per l’irrigazione.
Dopo qualche tempo nella stessa zona, il fiume Ica, ingrossò e finì per inondare le zone circostanti; erodendo i versanti delle colline delle Haciendes, di Ocucaje e di Callago, l’esondazione portò alla luce innumerevoli pietre di dimensioni varie, da piccoli ciottoli a massi di oltre due quintali, che mostravano incisioni molto interessanti.
Cinque anni dopo, un contadino della zona, Felix Llosa Romero, donò una di queste pietre ad un suo amico d’infanzia, il dottor Javier Cabrera Darquea, medico chirurgo all’ospedale di Ica, docente di biologia e di antropologia all’Università di Ica, archeologo e uomo di grande apertura mentale.
Cabrera, non riteneva il ciottolo che gli era stato donato dal suo amico una vera pietra nonostante avesse il caratteristico colore scuro. Cabrera rimase impressionato dal peso della pietrina di fiume, spropositato rispetto alle piccole dimensioni, inoltre, quando osservò la pietra con maggior attenzione, notò una strana incisione, raffigurante un “pesce sconosciuto”.
Cabrera rimase incuriosito da segno e condusse alcune ricerche e scoprì che il pesce rappresentato su quella pietra era un agnathus, una specie estinta migliaia di anni.
Cabrera chiese al suo amico Romero la provenienza del suo dono. Gli haqueros (ladri), visitando quelle antiche tombe, trovarono inaspettatamente centinaia di pietre con disegni totalmente diversi da quelli delle ceramiche e di qualsiasi altro reperto, pensarono, che si trattasse di sassi privi di valore archeologico e cominciarono a venderli nei mercatini ai turisti.
Cabrera venne a sapere che anche il Museo Regionale di Ica possedeva alcuni esemplari delle pietre, che però non erano esposti in quanto ritenuti dei falsi ad opera degli huaqueros.
Il direttore del museo Adolfo Bermúdez, rifiutò l’analisi delle pietre, allora Cabrera decise di muoversi per conto proprio e studiare da solo le pietre e cominciò, a raccogliere quante più pietre possibile, acquistandole sul mercato e ricercandole personalmente nella zona di Ica.
Riuscì a mettere insieme una collezione lapidea di circa 15.000 pietre, che decise di esporre a proprie spese presso la Casa della Cultura di Ica.
Continua la seconda parte domani …