Di seguito ecco la preghiera di Saffo che ricorre spesso ad Afrodite per curare le pene d’amore che le provocano immenso dolore. La poesia è divisa in tre momenti: la supplica (vv. 1-5), il ricordo di un precedente intervento della dea dell’amore (vv. 5-24), di nuovo la supplica e la richiesta di alleanza (vv. 25-28). Una preghiera che mostra come anche gli dei abbiano spesso fatto ricorso alla preghiera contro tristezza e dolore causati dal cuore in pezzi.
Saffo, frammento 1 V.
O immortale Afrodite dallo splendido trono,
figlia di Zeus tessitrice di inganni, ti supplico,
non domare né con dolori né con tormenti,
o signora, il mio cuore,
ma qui vieni, se mai anche l’altra volta,
le mie parole avendo sentito da lontano,
mi desti ascolto e, lasciata la dimora del padre
ricca d’oro, giungesti,
dopo aver aggiogato il carro: belli ti portavano
passeri veloci sulla terra nera,
battendo rapide le ali dal cielo
attraverso l’etere:
subito arrivarono; e tu, o beata,
sorridendo nel volto immortale,
mi chiedevi che cosa di nuovo io soffrissi e perché
di nuovo ti chiamassi
e che cosa soprattutto io volessi che mi accadesse
nel folle cuore; chi di nuovo mi convinco a ricondurre
al tuo amore? Chi,
o Saffo, ti fa del male?
E infatti se ti evita, presto ti seguirà,
se non accetta doni, li darà,
se non ama, presto amerà,
pur non volendolo.
Vieni da me anche ora, liberami dal pesante
affanno e ciò che il mio cuore
desidera che si compia, portalo a termine e tu stessa
sii mia alleata.