I Romani identificavano Giove con Zeus e a lui hanno dedicato numerose preghiere: eccone una.
Iuppiter Optime Maxime pater omnipotens Rex deorum hominumque sive quo alio nomine appellari volueris si pietate mereor da mihi domo familiae nostrae prosperitatem felicitatem opere nostro. Ita est. –
O Giove ottimo massimo, padre onnipotente, re degli dei, o se vorrai essere chiamato con qualche altro nome, se sono degno della benevolenza, dona a me e alla casa della nostra famiglia prosperità e fortuna nel nostro lavoro. La preghiera è stata inviata. (letteralmente: è andata. Si usa tutt’oggi alla fine della Messa cattolica)
Salve Iuppiter O.M., pater omipotens, rex deorum ominumque, stator, lapis, latiaris, fulgurator, tonans, Fidio, farree, hospitalis, capitoline, arcane, sive quo alio nomine appellari volueris! Tibi offero hoc vinum et tu sies mihi propitius in opere meo. Ita est.
Salve Giove Ottimo Massimo, padre onnipotente, re di tutti gli Dei, stabilizzatore, pietra, Laziale, folgoratore, tuonante, Fidio, festoso, ospitale, capitolino, arcano, o qualsiasi altro nome tu voglia! Ti offro questo vino e tu siimi propizio nel mio lavoro. E’ andata.
Iuppiter, te hoc ferto obmovendo bonas preces precor, uti sies volens propitius mihi liberisque meis domo familiaeque meae mactus hoc ferto.
Iuppiter, facendoti questa offerta, prego con buone preghiere che tu sia propizio a me, alla casa della mia famiglia e ai miei librti. Possa questa mia offerta darti conforto.
Audi, Iuppiter, civium preces et hostes a patriae finibus arce!
Ascolta, Giove, le preghiere dei cittadini e caccia i nemici dai confini della patria!
Iuppiter, te hoc ferto obmovendo bonas preces precor, uti sies volens propitius mihi liberisque meis domo familiaeque meae mactus hoc ferto.
Giove, facendoti questa offerta prego con buone preghiere, affinchè tu sia propizio a me, alla mia casa e ai miei familiari. Possa quesra offerta confortarti.
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