Nel Tibet occidentale, una delle regioni più alte e desolate della Terra, nell’aria pura e incontaminata, svetta la catena del Kailas. Il monte Kailas è da sempre il luogo più sacro per le popolazioni asiatiche. Attorno a questa vetta si trova la ricca e complessa cosmologia di ben quattro diverse religioni.
I fedeli si recano sulle pendici del monte, coperte di ghiacci da oltre un millennio in pellegrinaggio. Il santone tibetano Milarepa, che visse nel 1000 scrisse che la profezia del Budda diceva una assoluta verità.
Quale sarebbe? Che il monte Kailas, bianco di neve, è l’ombelico del mondo e il luogo dove “danzano i leopardi nella neve”. Molte popolazioni e civiltà hanno l’idea che montagne o luoghi siano l’ombelico del mondo, accade anche in America per i Navajo, per esempio.
Per gli indù, i giansenisti e i seguaci della setta prebuddista Bonpo il monte Kailas è il centro del loro mondo e la dimora dei loro dei. Rappresenta il punto in cui la terra degli uomini e l’Eterno si fondono insieme.
Sia i buddisti che gli induisti credono che il monte Kailas sia l’incarnazione terrestre del mitico monte Meru la “montagna del mondo” . In pratica le sue pendici sarebbero nell’inferno e la sua cima si troverebbe nelle più alte sfere dei cieli.
Per gli indù dalla sommità del monte sgorga il fiume sacro, il Gange, che scorre sopra la testa della mitica divinità Shiva, che è creatore e distruttore di ogni del mondo, il dio che per loro trascende dallo spazion e dal tempo. Questa montagna non è mai stata scalata, in ossequio al fatto che, sulla sua vetta siederebbe in perpetua meditazione proprio Shiva. I pellegrini buddisti e indù che ogni anno arrivano fanno un giro attorno alle pendici, in senso orario, pare porti fortuna. gli altri, invece, lo compiono in senso antiorario.