La famiglia Plach abiva a pochi chilometri dagli Schrey, anche loro avevano una figlia adolescente, ma andiamo per ordine. Era il 1947 e Maria e Franz Plach stavano giocando tranquillamente a carte nel loro tinello con Mitzi, la loro figlia adottiva quattordicenne.
Ad un tratto però si resero conto che le carte del mazzo erano sempre meno e che finivano stranamente per terra, sotto il tavolo. Non diedero importanza alla cosa, le ripresero e continuarono a giocare, poi però alla mano successiva, le carte scomparvero definitivamente.
I Plach smisero di giocare senza dare molto importanza alla cosa, ma poi durante la notte, mentre dormivano, oggetti di ogni genere furono loro scagliati contro. Cercarono di accendere le luci, ma le lampadine erano state allentate e la porta della camera chiusa dall’esterno.
Furono i vicini ad aprire per farli uscire, ma da quella notte la famiglia non ebbe più pace. Accadevano episodi sconcertanti, la biancheria stesa prendeva il volo, oggetti si muovevano, le tazze si rovesciavano spargendo il contenuto.
Per studiare il caso arrivò Hans Bender, con un fotografo e la speranza di poter fare degli scatti che comprovassero gli avvenimenti. Il fotografo Leif Geiges non riuscì a fotografare l’entità, ma i risultati si.
Videro il signor Plach essere colpito da uno zoccolo e Bender poi realizzò che i fenomeni accadevano solamente quando era presente Mitzi. Non era la prima volta che fenomeni di poltergeist accadevano in presenza di adolescenzi.
Pareva che questi poltergeist, queste entità, fossero in entrambi i casi di Mitzi e Irma fossero attirati dalle tensioni emotive che vivevano queste adolescenti. L’età della pubertà pareva essere al centro di queste attività di poltergeist.
I fenomeni smisero improvvisamente con la crescita delle ragazze. Bender non riuscì però a documentare i fatti. I ricercatori furono più fortunati con un altro caso, sempre di un’adolescente: Teresa Costa, un’italiana.