John William Dunne era un soldato inglese di servizio in Sud Africa nel lontano 1902. Una notte sognò di trovarsi su un’isola in grave pericolo di vita a causa dell’esplosione di un vulcano, o qualcosa di simile.
Rimase molto sconvolto dal sogno e a riguardo disse di essere molto preoccupato per i quattromila abitanti dell’isola che non avevano idea di che cosa stesse per capitare. il resto del sogno lo passava a cercare di convincere le autorità francesi ad agire prima che fosse troppo tardi per gli indigeni del luogo.
Qualche tempo dopo Dunne lesse sui giornali la notizia che sul monte Pelée, nell’isola francese di Martinica, nelle Indie Occidentali, c’era stata una devastante esplosione. Il soldato leggendo la’rticolo si accorse che ogni singolo dettaglio dell’avvenimento corrispndeva con il suo sogno.
L’unica cosa di cui si accorse solamente quindici anni dopo fu il numero delle vittime, che aveva creduto quattromila, invece era in realtà state quarantamila. Dunne negli anni successivi continuò a fare sogni rpemonitori in cui vedevaaccadere disastri e tutto faceva pensare che non si trattasse di coincidenze.
Dunne era convinto che le sue non erano premonizioni o profezie, bensì anticipazioni. Il soldato era convinto che in qualche modo lui risucisse solamente a leggere il giornale, non ancora ustampato, o uscito.
In pratica era come se, secondo lui, riuscisse a sposarsi nel tempo, andare nel futuro e risucisse a leggere cosa sarebbe accaduto per tornare indietro e ricordarsi l’esperienza. Non prvedeva i disastri. Era convinto che i sogni associassero immagini del futor a quelle del passato.
Elaborò questa sua teoria in un libro del 1927 intitolato An experiment with Time, tradotto in italiano “Un esperimento col tempo” che è sempre stata la sua convinzione. Era il tempo la costante dei suoi sogni, il potersi muovere nel futuro a piacimento e riportare avvenimenti non ancora accaduti.