Olaf Jansen era un marinaio norvegese che, solo all’età di novantacinque anni, e cioè poco prima di morire, affermò di aver fatto un viaggio all’interno della Terra. Successe nel 1923, quando era ancora ragazzo.
Lui e il padre si erano messi in viaggio per mare verso l’arcipelago Francesco Giuseppe, oltre il circolo polare artico, in cerca di zanne d’avorio. Visto che era bel tempo padre e figlio decisero di esplorare i mari del nord.
Però una burrasca improvvisa li spinse oltre una barriera di nebbia e neve e i due si ritrovarono nel mondo di sotto. Nel cielo limpido avvistarono il Dio Smoky, venerato dagli abitanti di quel mondo.
I due rimasero in quel mondo per oltre due anni, poi ottennero il permesso di tornare alla loro casa. Ebbero in dono sacchetti di pepite d’oro. Jansen nel suo racconto, sostenne le stesse cose di Reed e Gardner. Parlò di anomalie magnetiche, di ossa di Mammut in Siberia e polline.
Sostenne anche che alcuni esploratori svedesi scomparsi più di trent’anni prima fossero stati ospiti dei giganti buoni che vivevano nel continente interno, proprio come lui e suo padre.
Purtroppo il mondo non è mai stato pronto ad idee che sembrano andare in contrasto con il pensiero comune, basti pensare a Galileo Galilei e al suo concetto di terra rotonda. Jansen fu internato in manicomio, Reed e Gardner derisi.
Le esplorazioni del Polo non portarono a nulla. I vari Cook, Scott, Amundsen, non trovarono voragini nel terreno che potessero condurre ad un mondo sotto la crosta terrestre. Gli scenziati negarono questa ipotesi, ma Gardner e gli altri continuarono a sostenere le loro tesi.
Poi il progresso scintifico portò ad altre esplorazioni e queste teorie e credenze furono spazzate via, ma non prima che Adolf Hitler le prendesse e le facesse sue, dato che erano allineate a quanto sosteneva sulla razza ariana.