Johannes Junius era il borgomastro di Bamberg fu accusato di stregoneria e rinchiuso nella prigione delle streghe dove venne brutalmente torturato. Con le mani stritolate dai serrapollici riuscì lo stesso a scrivere una lettera alla figlia in cui la esortò a scappare e mettersi in salvo.
La sua lettera è uno dei rari documenti che ci sono pervenuti e che attestano le indicibili brutalità a cui erano sottoposte le persone che venivano tacciate di stregoneria. Era il 1628 e l’uomo scriveva che chi veniva torturato aveva solamente due possibilità: o diventava veramente una strega inventandosi delle scuse plausibili oppure si lasciava torturare fino ad essere ucciso.
Migliaia di innocenti persero la vita in quel periodo esattamente come Johannes Junius. La stessa moglie del borgomastro era stata bruciata nel forno delle streghe otto mesi prima.
La caccia alle streghe era divenuto un delitto autorizzato dallo Stato. C’era persino un apparato burocratico e l’intero sistema era utilizzato dai responsabili per appropriarsi delle ricchezze delle vittime e per togliere di mezzo le persone che che davano fastidio.
Gli accusati venivano trasferiti in prigione e non avevano più nessuna possibilità di comunicare con l’esterno. Junius fu uno dei pochi che, grazie ad una guardia, che avrebbe dovuto essere ricompensata con un tallero dalla figlia, a far uscire una missiva.
La giovane figlia del borgomastro riuscì a fuggire, ma non si sa se ricevette la missiva . A Bamberg dal 1595 in poi gli inquisitori torturarno e giustiziarono migliaia di persone, anche di un certa importanza e personalità, incriminate con accuse del tutto false.
Solo nel periodo in cui regnò Johann Georg II furono mandati alla morte più di seicento cittadini e fu costruita una prigione speciale, detta “Thudenhouse“, ovvero casa delle streghe, dove venivano ospitate tutte le persone in attesa di giudizio. Qui venivano orribilmente torturate e sottoposte a terribili atrocità (continua) Nella foto la città nel 1900.