Inno Omerico ad Afrodite in lingua originale, trovato iscritto su un vaso antico che oggi si trova a Cleveland.
Questo inno omerico ad Afrodite fu rivenuto nel sud Italia, in Puglia nel 360 d.c., su un vaso, il vaso riportava da una parte l’inno dall’altra parte veniva raffigurata Afrodite seduta su una cassa, con il suo specchio in mano, mentre l’alato Eros sta dinnanzi a lei in possesso di una fascia. Tale vaso ora si trova nel Museo d’arte a Cleveland.
Inno Omerico ad Afrodite
αἰδοίην, χρυσοστέφανον, καλὴν Ἀφροδίτην
ᾄσομαι, ἣ πάσης Κύπρου κρήδεμνα λέλογχεν
εἰναλίης, ὅθι μιν Ζεφύρου μένος ὑγρὸν ἀέντος
ἤνεικεν κατὰ κῦμα πολυφλοίσβοιο θαλάσσης
ἀφρῷ ἔνι μαλακῷ: τὴν δὲ χρυσάμπυκες Ὧραι
δέξαντ’ ἀσπασίως, περὶ δ’ ἄμβροτα εἵματα ἕσσαν:
κρατὶ δ’ ἐπ’ ἀθανάτῳ στεφάνην εὔτυκτον ἔθηκαν
καλήν, χρυσείην: ἐν δὲ τρητοῖσι λοβοῖσιν
ἄνθεμ’ ὀρειχάλκου χρυσοῖό τε τιμήεντος:
δειρῇ δ’ ἀμφ’ ἁπαλῇ καὶ στήθεσιν ἀργυφέοισιν
ὅρμοισι χρυσέοισιν ἐκόσμεον, οἷσί περ αὐταὶ
Ὧραι κοσμείσθην χρυσάμπυκες, ὁππότ’ ἴοιεν
ἐς χορὸν ἱμερόεντα θεῶν καὶ δώματα πατρός.
αὐτὰρ ἐπειδὴ πάντα περὶ χροὶ̈ κόσμον ἔθηκαν,
ἦγον ἐς ἀθανάτους: οἳ δ’ ἠσπάζοντο ἰδόντες
χερσί τ’ ἐδεξιόωντο καὶ ἠρήσαντο ἕκαστος
εἶναι κουριδίην ἄλοχον καὶ οἴκαδ’ ἄγεσθαι,
εἶδος θαυμάζοντες ἰοστεφάνου Κυθερείης.
χαῖρ’ ἑλικοβλέφαρε, γλυκυμείλιχε: δὸς δ’ ἐν ἀγῶνι
νίκην τῷδε φέρεσθαι, ἐμὴν δ’ ἔντυνον ἀοιδήν.
αὐτὰρ ἐγὼ καὶ σεῖο καὶ ἄλλης μνήσομ’ ἀοιδῆς.
Inno Omerico ad Afrodite: traduzione
“ Io canterò alla maestosa Aphrodite,
di oro coronata e bella,
il cui dominio è su tutte i mari e le mura delle città di Cipro.
Il suo respiro umido soffia nel vento occidentale diffondendolo sulle onde del mare,
ad alta voce i suoi lamenti, in schiuma morbida, fili d’oro l’accolgono con gioia.
Rivestita di abiti celesti: sulla testa le hanno messo una raffinata corona di oro battuto,
e nelle orecchie forate le hanno appeso ornamenti di oro prezioso.
Essa si adorna con collane d’oro sul suo collo morbido,
scendono su i suoi seni candidi fili di oro
ogni volta che va nella casa del padre per unirsi alle belle danze degli dei.
E dopo averla pienamente addobbata, l’hanno portata dinanzi agli dei, che la accolgono dandole le mani.
Ognuno di loro l’ha invitata a casa propria per farla divenire loro sposa, così grandemente stupiti per la sua bellezza.
Salve, dolcemente vincente, con gli occhi timidi della dea. Fa’ che io possa ottenere la vittoria in questa competizione con questo canto, e allora mi ricorderò di voi e un ancora di nuovo canterò”.