Oltre a tonfi sordi e pianti disperati udirono una voce dolce che sussurrava “oh, perdonami” e alla fine, in capo a sei mesi la vedova con i due figli se ne andarono, disperati. Era impossibile vivere in quella casa. Il caso fu studiato da due massimi ricercatori dell’epoca, Frank Podmore e Edmund Gurney.
I due intervistarono molte persone, comprese la vedova, e tutti dissero di aver assistito ai medesimi episodi, compresa l’apparizione del pallido volto femminile. In seguito mandarono Smith, all’epoca segretario di Gurney, per continuare le ricerche.
Spesso succedeva che, all’arrivo dei ricercatori, il fantasma se ne andasse e che l’atmosfera psichica ne risultasse disturbata. Nella casa di Brighton non successe e Smith potè documentare tantissimi casi durante la permanenza sua e della moglie per i tredici mesi in cui vissero nella casa.
Ospitarono da loro ben centrotrentasette persone, la maggior parte membri della SPR che volevano avere un’esperienza paranormale e non rimasero delusi. Il campanello suonava all’impazzata,si sentiva battere sul pavimento e altri suoni strani.
Il 15 dicembre del 1888 gli Smith furono poi testimoni di qualcosa che li lasciò esterrefatti. Mentre la signora Smith pregava nel salottino e il marito si stava coricando nella stanza accanto una chitarra appesa alla parete cominciò ad emettere note musicali, sempre le stesse tre, più e più volte, sconvolgendoli.
Lo studio della casa da parte degli Smith continuò fino al settembre del 1889 quando poi se ne andarono. Entrambi i coniugi non ebbero traumi dalla loro permanenza in quel luogo, anzi, il signor Smith disse di aver vissuto un’esperienza che lo aveva reso elettrizzato e lo riportò anche nel suo diario. L’anno seguente andarono ad abitare nella casa dei nuovi inquilini, ma a loro non capitò mai di notare alcuna attività paranormale. Questo caso però fu uno dei pochi che ebbe, oltre a grande risonanza, tantissimi testimoni.
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