Che ruolo riveste la preghiera nella legge di attrazione? Ci sono molte teorie al riguardo ma una cosa è certa: la riflessione, e quindi la preghiera, è un argomento sempre molto discusso quando si parla di legge di attrazione.
La preghiera “è una delle pratiche comuni a tutte le religioni. Essa consiste nel rivolgersi alla dimensione del sacro con la parola o con il pensiero“, scrive wikipedia cercando di spiegare il significato di questo termine. E poi continua: “Gli scopi della preghiera possono essere molteplici: invocare, chiedere un aiuto, lodare, ringraziare, santificare, o esprimere devozione o abbandono. La preghiera è solitamente considerata come il momento in cui una persona parla al sacro, mentre la fase inversa è la meditazione, durante la quale è il sacro che parla alla persona“. Meditazione contro preghiera, dunque, per due fasi che sono esattamente l’una l’opposto dell’altra (in una è la persona che si rivolge al sacro, nell’altra è il sacro che parla alla persona).
In quanto disciplina che ha a che fare con il controllo del proprio futuro e delle proprie azioni, anche la legge di attrazione presenta una componente spirituale molto marcata che vale la pena sottolineare e definire. Anche perché l’incertezza del futuro da sempre anima l’uomo che farebbe di tutto per conoscere con anticipo cosa riserva la vita. Ma le principali teorie sulla legge di attrazione riconoscono non tanto alla preghiera quando alla visualizzazione una importanza fondamentale.
Applicare la legge di attrazione e girarla a proprio favore è diverso sia dal pregare che dal meditare e utilizza strumenti differenti. Applicando la legge di attrazione non si chiede aiuto a una entità superiore non ben definita, né tantomeno si invoca o si santifica, piuttosto si mette a fuoco una immagine che vorremmo potesse accadere concretamente nel nostro futuro.
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