Nel 1846 in Siberia fu ritrovato un mammut lanoso e ghiacciato. L’animale si era perfettamente conservato all’interno del ghiaccio e nel suo stomaco ritrovarono tracce dell’ultimo pasto che l’animale aveva fatto.
C’erano pigne e rami d’abete, ma… com’era possibile se la Siberia era un luogo desolato e ghiacciato? Gli scienziati iniziarono a chiedersi come fosse potuto succedere che un animale di quelle dimensioni potesse congelarsi tanto in fratta da bloccargli la digestione.
Alcuni cominciarono a sostenere che il mammut vivesse vicino al polo quando il clima era molto più mite e non aveva resistito ad una improvvisa glaciazione. C’era però qualcuno come Gardner che sosteneva la teoria dell’impossibilità di un cambiamento di clima tanto repentino.
Nel suo libro del 1913 dedicò un intero capitolo al ritrovamento del mammut sostenendo che questo animale preistorico non si era assolutamente estinto, ma viveva all’interno della terra.
Gardner spiegò come potesse essere che poi questi animali venissero trovati all’esterno. Diede spiegazioni anche sulla neve colorata che molti esploratori trovavano. Anche queste manifestazioni provenivano dall’interno della terra dove c’era un mondo interno.
Secondo l’uomo c’erano delle aperture nel terreno attraverso le quali si passavano dal mondo sopra ad un mondo sotterraneo e da dentro uscivano correnti calde. Secondo un altro ricercatore, Reed, a tutti gli esploratori capitava di oltrepassare la sottile linea tra un mondo e quell’altro.
Secondo Gardner all’interno della Terra c’era un sole centrale, residuo della nebulosa da cui si era formata la Terra e per Marte era la stessa cosa, anche questo pianeta aveva all’interno un sole che spesso si intravedeva dagli orifizi polari.
Le teorie sul mondo interiore e sugli strani fenomeni che dall’esterno di vedono erano davvero molte. Ognuno li spiegava a modo suo. Secondo Reed all’interno della Terra, cui si arrivava attraverso i poli, c’erano vasti continenti, oceani, montagne e fiumi oltre che vita vegetale e animale.
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